ALGHERO – “Come tutti quelli che hanno avuto la fortuna di vivere in Catalogna ho imparato a conoscere i catalani quel poco sufficiente a farmeli amare. Un popolo fiero, generoso, laborioso e con una spiccata identità nazionale che le alterne sorti e vicissitudini storiche hanno contribuito a rafforzare imprimendola nel Dna anche delle nuove generazioni. Anche di quelle che non conoscono appieno i motivi per cui la Guardia Civil venga sempre guardata con sospetto e, diciamocelo, con un po di rancore”. Scoppia la polemica sulle mancate celebrazioni ad Alghero della Diada festività della catalogna [Leggi] che la Riviera del Corallo ha ricordato gli anni passati grazie all’interessamento anche delle amministrazioni comunali in carica in connessione con la sede locale della Generalitat. A intervenire il dottore agronomo, con esperienze di lavoro e studio proprio a Barcellona, Ferdinando Manconi.
“La Diada Nacional de Catalunya rappresenta un modo civile di ricordare quel che erano, che sono, quel che hanno sofferto soprattutto in termini di libertà istituzionale. Da qualche anno il festeggiamento di questa giornata di orgoglio nazionale fa (o meglio faceva) il paio, ad Alghero, con la festa per il Retrobament, il ritrovamento, in cui si rinsalda il legame tra Alghero e Catalogna, voluto dai nostri fratelli d’oltre mare nel 1960 quando, precisamente il 25 agosto, decisero di giungere in Sardegna per conoscere la piccola enclave catalana in Italia. Oggi, 56 anni più tardi, possiamo parlare, al contrario di Allontanamento, provocato dai nostri amministratori che nulla o poco fanno per alimentare quel profondo senso di unione e unità che dovrebbe esistere tra germogli dello stesso ceppo. Oggi si preferisce onorare le “cortes” di Oliena piuttosto che stringersi in un simbolico abbraccio con i catalani di Spagna e ricordar loro che Alghero non dimentica le proprie origini e ne condivide i valori più intimi”.
“Tutto questo a danno della condivisione, della cultura, dei rapporti umani e commerciali con una delle aree più ricche d’Europa. O forse è questo che ci spinge ad allontanarci: il senso di inferiorità che opprime chi, pur partendo dagli stessi presupposti (forse anche migliori) non riesce a superare la soglia della mediocrità. Dovremo, al contrario, legarci con ancor più vigore alla Catalogna, prendere spunto dalle virtù dei suoi abitanti e, se mai fosse possibile, chieder loro di aiutarci a superare questo difficile momento, giacchè da Cagliari ben poco conforto ci giunge. In conclusione, comprendendo, oramai, che questa amministrazione ben poco riesce a costruire di positivo, chiediamo che, per lo meno, non venga distrutto ciò che di positivo è stato fatto in precedenza”.
Nella foto Ferdinando Manconi
S.I.