ALGHERO – “Queste sono le condizioni della nostra scuola”. Così ha commentato l’articolo di Algheronews dello scorso 10 maggio [Leggi] il presidente del comitato di Sa Segada Antonio Zidda. Un’occupazione dello stabile pubblico che si protraeva da tempo e realizzatesi sotto gli occhi di tutti a partire dagli organi di polizia e amministrativi preposti alla tutela di ordine e sicurezza.
Ma, come spesso accade, il nostro articolo con l’ennesimo amaro commento dei residenti della zona ha sortito l’effetto voluto. Pochi giorni dopo, infatti, i carabinieri di Fertilia hanno comunicato agli occupanti che avrebbero dovuto lasciare l’immobile che, ricordiamo, è di proprietà della Laore ed era stato messo a disposizione del Comune di Alghero per ospitare una scuola (quasi 500 metri quadri di spazi). Però è divenuto luogo di occupazione da parte di una famiglia allargata di rom. Persone che fino allo sgombero dell’insediamento dell’Arenosu, vivevano in quell’area. Nello specifico, visto che sono cose arcinote da tutti, ma proprio tutti, si tratta di un nucleo familiare guidato da una persona con regolare lavoro essendo titolare di una fiorente attività ubicata nel comune catalano.
Un’occupazione che, per differenti motivi, a partire dal pessimo mantenimento dello stabile e soprattutto della disparità di trattamento rispetto alle tante famiglie algheresi che attendono un tetto da anni, ha sollevato polemiche e diverse segnalazioni anche a Sant’Anna fino a che, come detto, non c’è stata la presa di posizione delle forze dell’ordine locali. A quel punto, però è successo un fatto di una gravità unica e assurda: i militari si sono trovati davanti ad una scena apocalittica. Tutto quello che c’era da distruggere è stato annientato. A colpi di martelli e mazze sono ridotta in macerie qualsiasi cosa fosse presente in ogni stanza pure un bagno con vasca ad idromassaggio che evidenzia il grottesco di questa vicenda così come di altre legate a storie simili.
“A quanto pare chi ha vissuto qui fino pochi giorni fa ha voluto lasciare solo distruzione e macerie, ma la domanda che ci facciamo noi algheresi è questa: chi paga per tutti questi danni? Chi ha permesso che da un paio d’anni circa questa famiglia vivesse indisturbata in una struttura pubblica nel Comune di Alghero? Chi pagava luce, acqua, riscaldamento? E’ una vergogna che ad Alghero e nelle borgate possa accadere tutto questo, una vergogna”. Questo il commento intriso di rabbia e a tratti anche di rassegnazione da parte dei residenti a Sa Segada. Adesso l’immobile è ritornato nella proprietà della Laore e forse verrà consegnata alla borgata. E intanto resto lo sgomento per un’ennesima vicenda assurda per una località come Alghero.
Nella foto l’interno della scuola di Sa Segada
S.I.