ALGHERO – Spesso viene ricordato quanto la burocrazia incida negativamente sull’intero Paese. E’vero. E gli esempi, una volta che ci si mette a “studiare” le varie questioni critiche, non mancano. Così anche per il grave problema della mancanza d’acqua per la Sardegna. Affidarsi al buon Dio può essere anche una soluzione, certamente più vicina alle epoche primitive che alla nostra, però non basta. E in questo solco si sono inseriti diversi interventi negli anni con la creazione anche di enti e strutture che devono essere utili ad evitare quello che purtroppo invece è accaduto.
La Sardegna è a rischio (serio) di siccità. O meglio, alcune zone, come la Nurra, nonostante il suo prezioso comparto agricolo che, come l’anno scorso, anche nel 2018, rischia di essere messo in ginocchio dall’assenza di acqua. E per ovviare a questo problema, le soluzioni ci sono. Oltre, come detto, fare la “danza della pioggia”, c’è, ad esempio, la possibilità di usare i famosi reflui. Basterebbero solo quelli dei due depuratori (Sassari e Alghero) per salvare la stagione irrigua del Nord-Ovest Sardegna. In totale 15milioni di metri cubi utili a sopperire alle necessità di questa parte dell’Isola.
E invece, come spiegato ai microfoni di Algheronews, dal presidente dell’Anbi e nello specifico del Consorzio Bonifica della Nurra, Gavino Zirattu, tali reflui finiscono, da Sassari, in mare, mentre da Alghero solo in parte nei campi per l’assurda norma (che a breve verrà cambiata) della miscelazione al 50% con altra acqua. Passaggio che per il depuratore di San Marco non si può ancora fare per la mancanza del famoso “quarto sedimentatore” che Abbanoa anche non ha realizzato. Ma, nel frattempo, visto il dramma della siccità e soprattutto vista la qualità delle acque depurate, queste potrebbero andare direttamente nei campi.
E la burocrazia, cosa c’entra con tutto questo? Il motivo che ben 13milioni di acque depurate da Sassari non finiscono nel Cuga ma invece vengono buttate a mare, è proprio per una questione di “dialogo” tra Enti su cui dovrebbe vigilare la Regione. Dall’organismo facente capo al Flumendosa fino ad oggi, con l’Enas, ci sono resistenze che impediscono di assegnare al Consorzio di Bonifica della Nurra la gestione della condotta (già realizzata e funzionante) tra depuratore e bacino del Cuga. Una passaggio doveroso su cui la politica, soprattutto quella del Nord-Ovest dell’Isola, dovrebbe intervenire (subito) per salvare la prossima stagione. Altrimenti, non solo non ci sarà l’acqua per l’uso irriguo, ma neanche quella per uso domestico.
Nella foto e video Gavino Zirattu
S.I.