ALGHERO – Il periodo inedito, o marziano, continua. Inutile evidentemente sperare altrimenti, nonostante certi accadimenti siano lontani anni luce da una normale condotta della politica. Come dicono in molti: la cattiva polica, non si combatte con l’anti-politica, ma con quella buona. Ma per raggiungere questo obiettivo sono necessarie diverse qualità, tra cui quella di conoscere le dinamiche del tessuto sociale in cui si opera. Oggi, anzi da qualche tempo, pare non sia così.
Un nuovo esempio di questo nuovo inedito e marziano agire è la scelta riguardante il Parco di Porto Conte. Da sempre, in tutti gli enti, le maggioranze che governano, spesso in accordo anche con le opposizioni, decidono i ruoli apicali. Non solo, o almeno non dovrebbbe essere cosi, per assegnare una poltrona a questo o quell’amico, ma per indicare nei ruoli strategici le persone migliori che fanno riferimento ad un determinata compagine politica. Ma se tale compagine non è pronta, o peggio, non ha uomini e donne a disposizione, abdica al suo ruolo. Ed è cosi che la politica passa la mano ai cosi detti “uffici”. Dunque assistiamo, ad esempio, alla Meta che ha visto premiare nell’assegnazione dei ruoli di comando il personale “in-house” dell’amministrazione e poi, esempio in tempo reale, l’indicazione a direttore del Parco di Porto Conte dell’attuale direttore dell’Area Marina Protetta di Tavolara. La prima area di riserva terrestre della Sardegna guidata ad interim da un tecnico neanche del luogo e soprattutto già impegnato con un altro organismo. Una scelta a dir poco assurda. Niente da dire, ovviamente, sul curriculum di Augusto Navone.
Ma è possibile che l’attuale amministrazione non sia riuscita a fare un bando di gara entro il termine del mandato di Vittorio Gazale? Verrebbe da non crederci, da pensare male. Ma non è così, a quanto pare è proprio e solo (che è peggio) inerzia, per usare un eufemismo. Fatto sta che, dopo l’assurdo taglio dei compensi al Parco che ricordiamo funziona con finanziamenti regionali, essendo un’azienda speciale, adesso ci troviamo con un direttore a mezzo servizio, che, obbligatoriamente, farà l’ordinario e soprattutto scelto tra i curriculum ministeriali slegato da qualsiasi logica Politica. Meglio, dirà qualcuno. Ma qui non si parla di cattiva politica, ma di quella buona la cui ricerca sta diventando sempre più spasmodica. Intanto il Parco va su Marte.
Nella foto un’assemblea del Parco di Porto Conte
S.I.