ALGHERO – “La pubblicizzazione, da parte di Natascha Lampis, assessora della giunta Bruno, dell’Oasi del lavoro con l’ambizioso progetto dell’Officina Algherese per lo sviluppo e dell’imprenditorialità, in astratto è una iniziativa da accogliere positivamente, come giá lo fu quella di Imprendiamoci organizzata ad Alghero nel 2014 dall’Agenzia Regionale per il Lavoro, e fortemente voluta dal Sindaco Mario Bruno”. Cosi Giuseppe Sotgiu, componente del coordinamento dei Riformatori Sardi, riguardo il progetto presentato dall’assessore Lampis.
“Migliaia di giovani si iscrissero allora negli appositi portali regionali, ma allo stato attuale la Regione, pur avendo in cassa disponibilità per 54 milioni di euro, è a tutt’oggi inoperativa, incartata com’è nelle procedure burocratiche. Analizzando, poi, nel merito, la fattibilità del progetto dell’Officina catalana, si rimane alquanto perplessi nel vedere che tutti gli organi dell’Officina esistono già da tempo, ma obiettivamente non si ha memoria di particolari risultati da essi raggiunti nel mondo del lavoro o dell’imprenditoria. L’entusiasmo dell’assessora è prova di un approccio senz’altro meritevole quanto ad entusiasmo annunciativo, ma altrettanto chiaramente rivelatore di un avvicinamento poco esperto alla materia, ignorando che la Regione, per le notevoli ed insormontabili difficoltà a raggiungere risultati diretti apprezzabili attraverso le modalità previste da Garanzia Giovani, è stata costretta a deviare, facendo un bando pubblico per professionisti ed imprese disponibili ad accompagnare i giovani che fossero assegnatari di adeguato finanziamento pubblico, nel percorso di inserimento iniziale nell’attività imprenditoriale. Va allora suggerito all’entusiasta assessora annunciatrice che il lavoro e l’impresa li fa nascere o morire il mercato, che oggi purtroppo rivela criticità impressionanti, vedi il disastro Ryanair, e non certo le iniziative senza supporto finanziario che si esauriscono in breve tempo”.
“Vogliamo infine ricordare che per la nuova imprenditorialità già dal 13 gennaio 2016 è possibile avere importanti finanziamenti, a tasso zero, dall’agenzia dello Stato Invitalia che ha a disposizione 50 milioni di euro. I progetti finanziabili devono essere concreti e realizzabili perché non si daranno più denari sponsorizzati dalla politica o per finalità propagandistica. Per quanto riguarda il coworking, esso è sicuramente una novità ma di difficile attecchimento in piccole comunità ed in territori che non hanno la cultura per questo tipo di condivisione che appare fortemente invasiva”.
Nella foto Giuseppe Sotgiu
S.I.