SASSARI – «Ci preoccupa l’adozione dei nuovi criteri di distribuzione dei fondi statali per le università, perché penalizzano le università isolane e del sud Italia, in particolare quelle di media dimensione, quelle della nostra isola che proprio a causa della insularità non hanno le stesse potenzialità espansive nel numero degli studenti frequentanti». Parole del sindaco di Sassari Nicola Sanna che si schiera accanto ai rettori degli Atenei di Sassari e Cagliari nella richiesta di una rivisitazione dei parametri che consentano una più equa ripartizione delle risorse.
«Abbiamo sempre sostenuto – afferma il primo cittadino – e di questo siamo convinti, che Sassari possa e debba essere città della cultura, della scienza e della ricerca e sperimentazione che deve guardare all’Europa e al suo Mediterraneo difendendo e potenziando il ruolo dell’Ateneo turritano. «Sassari è una città universitaria, dotata di eccellenze e capacità che si distinguono a tutti i livelli, nazionali e internazionali. Per questo motivo l’università sassarese non può correre il rischio di vedersi ridotti ogni anno i finanziamenti». «Soltanto con risorse adeguate – prosegue Nicola Sanna – è possibile puntare al miglioramento dell’offerta didattica, sull’alta formazione, a una sempre maggiore internazionalizzazione e all’innovazione tecnologica da trasferire alle nostre imprese e alle nuove generazioni. Tutti elementi in grado di offrire ai nostri giovani prospettive più solide e proficue».
E se le due Università sarde hanno dato vita a un processo di integrazione federativa per la formalizzazione delle attività svolte in collaborazione in settori universitari strategici per lo sviluppo culturale, sociale ed economico della Sardegna, per il sindaco di Sassari questa «intesa non può essere solo conseguenza del fatto che le risorse trasferite dallo Stato agli Atenei diminuiscono ogni anno e la Regione, con tutte le difficoltà finanziarie in cui si trova, non è più in grado di supplire alle mancanze dello Stato».
«Sono convinto – conclude il sindaco di Sassari – che le azioni comuni poste in essere tra Comune e Università rivestano il fondamentale ruolo di coesione fra le politiche per lo sviluppo e l’occupazione, le strutture di formazione e ricerca e le imprese, fra i saperi e l’occupazione. Ecco allora che un taglio delle risorse nei riguardi dell’università sassarese avrebbe delle sicure ripercussioni negative sulla società sarda, sul mondo del lavoro, sulle comunità della nostra Regione. Mi auguro che il governo regionale si ponga alla testa dell’azione di difesa e potenziamento delle università del Mezzogiorno».
Nella foto la sede dell’Università centrale
S.I.