ALGHERO – Era il 1964 quando Giampaolo Parpinello, oggi decano degli enologi sardi, arriva nell’Isola per iniziare un lungo cammino professionale e umano costellato di successi e caratterizzato da una grande passione per il lavoro in vigna e per il vino. Originario di Oderzo, in provincia di Treviso, dopo aver terminato gli studi alla prestigiosa Scuola Enologica di Conegliano Veneto sbarca in Sardegna per svolgere l’attività di enologo, aveva appena 21 anni.
Con lui anche la moglie Luigina Pozzebon, radici venete come il marito e genitori che vivono ad Arborea. In quello stesso anno, 1964, Giampaolo segue la sua prima vendemmia nell’Isola, ma il rapporto con la vigna nasce molto prima.
A trasmettergli questa passione, infatti, è il padre Luigi che agli inizi degli anni ‘50 lo portava con sè durante le vendemmie nei vigneti di proprietà.
Gli esordi
Dal 1965 lavora nella Cantina del Vermentino di Monti per 5 anni, restando poi consulente per circa altri 12.
Alghero
Nel gennaio 1970 Giampaolo Parpinello viene chiamato a dirigere la Cantina Sociale di Santa Maria la Palma. Qui resterà per oltre 30 anni.
Un lungo percorso all’insegna dell’alta qualità, della tradizione e dell’innovazione tecnica.
Con una spiccata attenzione, naturalmente, ai conti economici.
Non a caso nello studio “Le cantine sociali sarde nel Novecento” (Sandro Ruju, 2000) si riporta che nel 1990 Leonardo Di Felice, responsabile del servizio assistenza dell’ERSAT, in un breve saggio scriveva: “Mentre la Cantina di Santa Maria la Palma (dotata di linee di lavorazione ad altissima tecnologia che le permettono di destinare al mercato ottimi prodotti) era in grado di ottenere ricavi soddisfacenti, una cantina storica e di dimensioni più rilevanti come quella di Quartu Sant’Elena trovava serie difficoltà a far quadrare i conti, tanto che era costretta ad offrire ai soci un prezzo di liquidazione dell’uva, inferiore di 3/5 a quello offerto dalla cantina algherese”.
Giampaolo Parpinello è stato il papà dell’Aragosta, un Vermentino fresco e leggero che ha spopolato nell’Isola negli anni Settanta/Ottanta, in pieno boom turistico.
Sono anni in cui progressivamente anche nell’Isola la figura dell’enologo assume un ruolo strategico, non solo dal punto di vista tecnico-produttivo, ma anche sul fronte imprenditoriale.
Parpinello ha una grande preparazione e soprattutto una visione nuova delle scelte enologiche, qualitative e aziendali.
In questi anni matura una straordinaria esperienza professionale nella direzione e nelle consulenze presso importanti cantine sarde.
A lui e alla grande intesa con Billia Cherchi di Usini si deve la nascita e il successo del Tuvaoes. E sempre con il compianto Billia danno vita al primo Cagnulari in purezza, vino che lo emoziona più di altri. Parpinello capisce subito la grande potenzialità che questo vitigno poteva esprimere.
Negli anni Ottanta Sebastiano Ragnedda lo vuole ad Arzachena perché da lì a pochissimo avrebbe fatto la sua prima apparizione nel mercato internazionale il Capichera.
Contemporaneamente lavora come enologo consulente nella Cantina della Malvasia di Bosa a Flussio, Cantina Sociale Bonnanaro e Badesi.
Nel 2000 l’enologo giunto dal Veneto è consacrato come “Benemerito della viticoltura ed enologia italiana” premio Cangrande della Scala conferitogli al Vinitaly di Verona.
Nasce la Poderi Parpinello
Nel 1990 l’acquisto dei primi ettari di vigneto nella zona del Lago di Baratz (Alghero) in quello che diventerà il Podere San Costantino. Negli anni a seguire la famiglia si proietta nel progetto Janna de Mare (Porta del Mare), acquisendo i primi 20 ettari tra Alghero e Sassari. La svolta arriva nel 2000 quando Giampaolo va in pensione: decide di fondare un’azienda vitivinicola di famiglia. In questo progetto è sostenuto dai figli. Oggi, la Poderi Parpinello conta 30 ettari vitati, distribuiti in due diverse località: 15 ettari si trovano a pochi passi dalla costa presso il lago di Baratz, poco a nord di Alghero e altri 15 a metà strada fra Alghero e Sassari, in località Janna de Mare, dove ha sede la cantina di produzione. Questa localizzazione implica importanti differenze ambientali (clima, geologia, etc.) che regalano ai vini dell’azienda freschezza, sapidità e un ricco corredo di mineralità. Il 70% delle uve è dato da Vermentino e Torbato. Il restante 30% è suddiviso tra Cannonau, Cagnulari e Monica.
Le Gemme
Ma ciò che più affascina è la storia che unisce la famiglia Parpinello al Torbato, il vitigno tipico e vera espressione di questo lembo di Sardegna.
Nel 2006 Giampaolo Parpinello assaggia del vino Torbato, prodotto da un amico vignaiolo, e ne resta entusiasta. Con lui sceglie 100 gemme di questo vitigno e procede all’innesto. Un piccolo allevamento di Torbato che dà origine alle prime “cento viti”. Negli anni seguenti se ne aggiungeranno altre, e nel 2011 le piante sono ormai 50mila. Iniziano così le prime vinificazioni e i test sulla qualità. Un meticoloso e attento studio sino ad arrivare al 2016, anno in cui Giampaolo con i figli Laura, Giusi e Paolo, soddisfatti dall’eccezionalità di quel vino, decidono di metterlo in commercio. Nasce ufficialmente il Centogemme Alghero DOC Torbato della Poderi Parpinello.
“60 Vendemmie”
Oggi quel sogno iniziato nel 1990 ma a lungo accarezzato negli anni giovanili è divenuto una brillante impresa: la Poderi Parpinello, una cantina all’avanguardia in fatto di tecnologie, e una mirabile coralità di passioni e professionalità che rivela la formula vincente di queste straordinarie produzioni. Sono passati 60 anni da quel lontano 1964; 60 vendemmie che la Poderi Parpinello ha deciso di onorare con un grande vino, unico e speciale, in una edizione limitata: il Cagnulari “Sessantavendemmie”, nato da uno straordinario vitigno simbolo di questa storia.
“Dopo tanti anni trascorsi in cantina a fare vino, oggi sono più un vignaiolo e dedico il mio tempo alla cura e attenzione dei vigneti e dell’uva. Sento di avere realizzato il sogno della mia vita: aver fondato un’azienda insieme alla mia famiglia, e aver tramandato ai miei figli la passione e i saperi di questo mestiere.”
Giampaolo Parpinello