CAGLIARI – Sarà il 2 giugno la data scelta dalla Associazione Coordinamento 3 Donne di Sardegna per il 2° Congresso delle Donne Sarde, a 70 anni dal 1° Congresso , che si tenne a Cagliari il 9 marzo 1952. Il 2 giugno è una data simbolo di libertà, democrazia e partecipazione delle donne a pieno titolo alla vita politico istituzionale, con l’elezione delle 21 Madri Costituenti, fra cui Nadia Gallico Spano, che fu fra le protagoniste del 1° Congresso delle Donne Sarde e di cui ricorre proprio il 2 giugno il 106° anniversario della nascita.
“E’ un appuntamento, a cui chiamiamo tutte le associazioni femminili, le Istituzioni, l’Università, gli Organismi di Parità, per costruire insieme la piattaforma per l’attuazione piena parità di genere nella nostra isola: c’è necessità di uno sforzo corale e unitario, con misure straordinarie ed eccezionali per uscire, oggi come ieri, da un periodo drammatico, che ha messo a dura prova, ancora una volta soprattutto le donne, su cui gravano gli effetti più drammatici della pandemia, nel lavoro e nella condizione di vita”, ha detto Carla Puligheddu vicepresidente di Coordinamento 3 Donne di Sardegna. L’iniziativa nasce da un proposta della socia Debora Porrà, sindaca di Villamassargia e dal lavoro di documentazione e studio delle socie Luisa Marilotti e Franca Mandis
Il 9 marzo del 1952 era una domenica: circa tremila donne, di ogni estrazione sociale e di vario orientamento politico, provenienti da tutta la Sardegna si ritrovarono presso il Teatro Massimo di Cagliari per partecipare al I° Congresso delle Donne Sarde. Fu un evento di portata straordinaria, che ebbe una vasta eco nella stampa regionale e nazionale.
Donne cattoliche, comuniste, socialiste, sardiste, democratiche, delle ACLI e dell’UDI (Unione Donne Italiane) donne che si battevano per i diritti fondamentali, alla vita, al lavoro, alla giustizia sociale, all’istruzione, ai servizi essenziali, in un’isola che risentiva ancora degli effetti devastanti della guerra, con le campagne impoverite, l’altissima disoccupazione, l’assenza in tantissimi comuni di servizi essenziali, l’acqua, la rete fognaria, strade, illuminazione urbana. Ma erano soprattutto donne con una carica di speranza fortissima, donne che avevano vissuto due anni intensi di lotte in varie parti dell’isola come nelle zone minerarie, del Sulcis Iglesiente, a Cagliari alla Manifattura Tabacchi, nelle campagne con l’occupazione delle Terre. Oggi certamente la condizione delle donne è profondamente mutata, con l’accesso a tutti gli ambiti della formazione e delle professioni, così come è cresciuta la partecipazione alla vita politico-istituzionale, ma permangono gravi discriminazioni in vari ambiti, a partire da quello del lavoro e della partecipazione paritaria nella gestione del potere politico e amministrativo, a tutti i livell