OLBIA – Nella tarda mattinata di ieri i Carabinieri della Sezione Operativa del N.O.R.M. del Reparto Territoriale di Olbia, agli esiti di una mirata e prolungata attività investigativa finalizzata al contrasto dello spaccio di sostanze stupefacenti, hanno arrestato due giovani olbiesi, V.S. di anni 32 e C.R. di anni 36.
L’attività, condotta esclusivamente con metodi tradizionali (appostamenti e pedinamenti) prendendo spunto dallo sviluppo di diversi elementi informativi, si è protratta per alcuni giorni interessando una zona periferica di Olbia, tempo necessario a familiarizzare con le abitudini dei due e a studiarne compiutamente i movimenti. Si era infatti certi dell’ubicazione dell’appartamento dove i due giovani coabitavano e del fatto che movimentassero rilevanti quantitativi di droga, ma non l’esatto nascondiglio della sostanza stupefacente, scoperto poi in un locale – una sorta di rimessa – situato nella zona sottostante, dove i due si recavano saltuariamente.
L’intervento dei militari, appostati da diverse ore, ha permesso di cogliere in flagranza i due giovani mentre si apprestavano a prelevare la sostanza dall’improvvisato deposito, disvelando un ingente quantitativo di marijuana: all’interno venivano infatti trovati 11 sacchi di juta contenenti cannabis per un peso totale di poco superiore ai 73 kg. Al deposito si recavano per prelevare la sostanza richiesta, pesata per sommi capi con una bilancia, che poi veniva confezionata più accuratamente all’interno dell’appartamento in quantità più piccole, da immettere più agevolmente nel mercato.
Nel corso della perquisizione dell’appartamento infatti sono stati trovati altri 223 gr. di infiorescenze, due bilancini di precisione ed altro materiale per il confezionamento.
Entrambi sono stati arrestati e, su disposizione della Procura della Repubblica di Tempio Pausania, tradotti presso il carcere di Nuchis a disposizione della stessa Autorità Giudiziaria.
Anche in questo caso, come nell’episodio del 24 novembre scorso, ci troviamo di fronte ad un secondo livello del traffico di stupefacenti nell’area gallurese, quello di un canale approvvigionativo più elevato, che muove ingenti quantitativi e alimenta le piazze di spaccio locali più frequentemente utilizzate.