Linguaggio di genere: fare legge

CAGLIARI – La consigliera regionale del Centro democratico Annamaria Busia interviene ufficialmente nel dibattito sull’uso del linguaggio di genere nei documenti e negli atti della pubblica amministrazione. Lo fa con una proposta formale presentata alla Commissione “Autonomia” del Consiglio regionale che ieri ha iniziato l’esame del D.L. 254 “Norme sulla qualità della regolazione e di semplificazione dei procedimenti amministrativi”.

«Il provvedimento in esame rappresenta l’occasione per consentire alla Sardegna di adeguarsi alla direttive nazionali che impongono alle pubbliche amministrazioni il dovere di utilizzare in tutti i documenti di lavoro un linguaggio non discriminatorio – afferma Busia – diversi comuni e alcune Regioni come l’Emilia Romagna hanno già aderito alle linee guida per l’uso del genere nel linguaggio amministrativo, è ora che lo faccia anche la Sardegna». La proposta, valutata positivamente dagli assessori all’Industria e agli Affari Generali Maria Grazia Piras e Gian Mario Demuro, sentiti ieri in audizione dalla Commissione Autonomia, sarà oggetto di uno specifico emendamento al D.L. 254.

«La lingua rispecchia la cultura di una società e ne è una componente fortemente simbolica, l’uso generalizzato del maschile nel linguaggio è un potente strumento di neutralizzazione dell’identità culturale e di genere – conclude Busia – con tale disposizione anche la nostra Regione potrà adeguarsi per riconoscere, garantire e adottare un linguaggio non discriminante, rispettoso dell’identità di genere, identificando sia il soggetto femminile che il maschile in atti amministrativi e corrispondenza, denominazioni di incarichi, funzioni politiche ed amministrative».

Nella foto Busia

S.I.