ALGHERO – “Quando una questione complessa, quale il trasporto aereo, con l’intreccio di normative nazionali ed europee, norme finanziarie e limiti legislativi, viene semplificata oltre un certo livello, necessariamente si perdono di vista le ragioni che consentono di capire le cose e si apre la strada alle strumentalizzazioni che possono dare visibilità effimera a qualcuno sui quotidiani, ma che non avvicinano la soluzione dei problemi e la loro comprensione da parte dei cittadini”. Intervento della segreteria provinciale del Partito Democratico sulla questione dei collegamenti aerei e scali della Sardegna.
“La vicenda dell’abbandono dell’aeroporto di Alghero da parte del vettore Ryanair non nasce e matura da condizioni manifestatesi negli ultimi sei mesi, o negli ultimi due anni, se proprio si vuole focalizzare l’attenzione sull’attuale maggioranza politica regionale, ma vengono da lontano, anni, o forse decenni, di gestioni di vario colore. Se ci sono state sei ricapitalizzazioni in otto anni della Società che gestisce lo scalo algherese, fiumi di danaro pubblico, che non sono bastati a sistemare ed armonizzare i conti, ciò dipende da chi oggi governa la Regione Sardegna o da chi l’ha governata negli anni passati? Se oggi è necessaria un’altra ricapitalizzazione, la settima, che avrebbe dovuto conferire altri 9 milioni di euro di fondi pubblici e che non è più fattibile in quanto si configura come “aiuto di stato”, ciò dipende da responsabilità del presente o del passato?”
“Dire la verità ai sardi significa partire dalla Legge Regionale n°10/2010 che per il triennio 2011-2012-2013 ha erogato 60 milioni di euro agli aeroporti sardi, 30 milioni ad Alghero, 20 milioni a Cagliari e 10 milioni ad Olbia. Quella legge regionale, approvata dal centrodestra, essendo presidente della Regione Cappellacci, è oggi soggetta a procedura d’infrazione. Per quale motivo? Inizialmente la legge è stata presentata come una norma che seguiva il principio del Piem (investitore privato in libero mercato) detto in parole povere, si finanziano gli aeroporti avendo preventivamente appurato che i benefici che otterrà l’aeroporto saranno maggiori, in termini economici, delle risorse investite. Per tale procedura non è richiesta la notifica preventiva a Bruxelles. Non tutti sanno che, sciaguratamente, nell’ottobre del 2011 la Regione Sardegna si è “autodenunciata” comunicando all’Unione Europea che non trattavasi di Piem ma di un contributo al funzionamento degli aeroporti secondo il principio di Sieg che andava obbligatoriamente notificato prima ed attuato solo dopo autorizzazione”.
“Oggi sulla gestione dell’aeroporto di Alghero pesa come un macigno questo errore incomprensibile commesso sotto la presidenza Cappellacci. Aver trasmesso la notifica tardi a Bruxelles, con parte dei soldi già erogati, ha comportato l’apertura della procedura di infrazione che, come una spada di Damocle, lascia pendenti sulla testa di chiunque vorrà gestire l’aeroporto qualcosa come 38 milioni di euro di potenziali debiti. Una volta chiarito questo punto c’è da chiedersi che tipo di amministrazione abbia avuto la Società di gestione dell’aeroporto, ad esempio sotto il profilo delle assunzioni. Per fare un esempio facilmente comprensibile, com’è possibile che Alghero, con un milione di passeggeri annui, abbia lo stesso numero di dipendenti (spesa certificata 2014 €9.719.060) di Cagliari che ha tre milioni di passeggeri (spesa certificata 2014 €7.102.786)? I comuni di Sassari e Alghero, per fare un altro esempio, che di ricapitalizzazione in ricapitalizzazione hanno ceduto le loro quote non potendo investire risorse, come spiegano il centinaio di esuberi che una futura gestione privata rischia di configurare con il 20% del personale a rischio?”
“Tutti gli interlocutori istituzionali sono a conoscenza e sono consapevoli che i meccanismi utilizzati in passato oggi non sono più praticabili e che tutte le soluzioni che prevedono aiuti di stato, mascherati sotto qualsiasi forma, non sono più possibili, a maggior ragione con una procedura di infrazione in corso? Ne sanno qualcosa alla Regione Puglia, fino a qualche tempo fa citata da alcuni come modello, dopo l’iscrizione nel registro degli indagati dell’amministratore della società che gestisce gli scali pugliesi Giuseppe Acierno, del direttore generale Marco Franchini del direttore amministrativo Patrizio Summo, nomi che si aggiungono a quello dell’ex amministratore di Aeroporti di Puglia, ai quali la Procura di Bari contesta i reati di falso e truffa proprio in relazione ai finanziamenti alla compagnia Ryanair per incentivare il trasporto di passeggeri in Puglia”.
Nella foto un incontro del Pd con anche il segretario provinciale Cordedda
S.I.