ALGHERO – “Confermata la linea di opposizione costruttiva verso questa amministrazione che oramai è chiaro non può dare alcuna risposta alle varie questioni in campo e ciò in totale sintonia con il partito a tutti i livelli, fiducia al segretario e al gruppo consiliare”. Parole lapidarie comunicate a margine dell’incontro di ieri avvenuto nella sede di via Mazzini. I dema algheresi non fanno alcuna retromarcia. Nessun ripensamento sulla linea da tenere nei confronti del sindaco Bruno. Questa scelta, condivisa dagli organismi sovraordinati del aprtto, pare sia anche un effetto di quanto avvenuto nella “gita fuori porta” a Cagliari durante la discussione sulla mozione di sfiducia all’assessore Deiana espressione del Partito Democratico e in particolare della corrente facente capo ad Antonello Cabras su cui si sono concentrate le critiche del Primo Cittadino algherese. Insomma schermaglie tutte targate Pd che hanno prodotto la definitiva rottura con i bruniani.
E questo in ottica di eventuali elezioni anticipate all’ombra della Torre di Sulis palesa la costruzione di un panorama politico con schieramenti molto frammentati e con la certezza di diversi candidati a sindaco. Ma questi scenari ancora sono lontani dalla realtà. Certo molto dipende da come andrà il Referendum Costituzionale di ottobre che sarà uno spartiacque della politica nazionale e Alghero, come sempre, sarà tra le prime a subirne gli effetti vista la sua attitudine a rappresentare lo specchio degli accadimenti politici oltre Tirreno. Basta vedere gli ultimi anni che di fatto, anche se il brand originale non è quello, hanno offerto in Riviera una sorta di ondata di anti-politica (colta nel bene e nel male dai 5 Stelle) con movimenti civici, liste locali e realtà e personaggi sganciati da Roma e Cagliari, che ha prodotto il risultato che è sotto gli occhi di tutti.
Nella foto i rappresentanti locali e provinciali del Pd
S.I.