ALGHERO – Alle ore 01.40 del 19 settembre 2015, una banda composta da almeno sei soggetti, col volto travisato da passamontagna e una delle quali armata di una mazza da cantiere, si presentava nello spazio antistante l’accesso centrale dell’aeroporto di Alghero – Fertilia a bordo di due furgoni, risultati in seguito rubati alla Nivea S.p.A.. In quei momenti, almeno cinque di questi soggetti, con l’uso di un furgone e l’utilizzo della mazza, infrangevano la vetrata, accedendo così alla hall e, dopo aver minacciato alcune persone presenti nell’aeroporto, con grande spregiudicatezza riuscivano ad imbragare la colonnina bancomat e a caricarla su uno dei furgoni, allontanandosi indenni con un bottino di 160mila euro circa.
Le indagini, che nel frattempo erano già in corso grazie all’osmosi investigativa con i militari dell’Arma di Ferrara, i quali da diversi mesi stavano monitorando due dei soggetti coinvolti (Bararu Mitica, rumeno classe 1971 e Busuioc Ciprian, rumeno classe 1970) permettevano di individuare immediatamente gli ulteriori componenti del sodalizio criminale e poi di raccogliere una serie di elementi risultati fondamentali, a poche ore dal colpo, per la loro identificazione e il loro successivo fermo di polizia giudiziaria, consentendo anche il recupero di parte del denaro provento della rapina. Infatti, oltre a Bararu e Busuioc, venivano sottoposti a fermo anche: Spiridon Jenica, rumeno classe 1971, Llulla Agron, albanese classe 1981, Gheorghe Alecu, rumeno classe 1968, Dessì Giuseppe, sassarese classe 1952. Tuttavia, i primi accertamenti consentivano di stabilire che qualcuno dei componenti del sodalizio partecipante alla rapina era riuscito a guadagnarsi la fuga.
L’attività d’indagine – coordinata dal Sostituto Procuratore Dott. Mario Leo – è pertanto proseguita nei mesi scorsi, analizzando dati, ricostruendo dinamiche, collegamenti tra i soggetti coinvolti e individuando tracce che hanno permesso di raccogliere molti elementi utili per rafforzare l’impianto accusatorio e scoprire il coinvolgimento di altre persone. Infatti, delle sei persone sottoposte a fermo il 19 settembre 2015, soltanto due erano rimaste in carcere: si tratta di Llulla Agron, nei confronti del quale fin da subito erano stati riscontrati gravi indizi di colpevolezza a suo carico, e di Busuioc Ciprian, il quale era stato anche trovato in possesso di un documento d’identità falso. Per quanto riguarda gli altri, Gheorghe Alecu e Spiridon Jenica erano in procinto di lasciare il carcere poiché terminate le esigenze cautelari, Bararu Mitica era stato rilasciato a seguito di pronuncia del Tribunale del Riesame e Giuseppe Dessì era stato rilasciato in quanto ritenuto aver avuto un ruolo marginale nella vicenda e aver fornito solo supporto logistico alla banda.
Grazie, quindi, agli ulteriori elementi raccolti, gli investigatori sono stati in grado innanzitutto di riportare in carcere Bararu Mitica (rintracciato a Padova), Gheorghe Alecu e Spiridon Jenica ma anche di individuare – grazie alle investigazioni scientifiche condotte con la collaborazione del RIS di Cagliari – ulteriori tre persone individuate quali responsabili della rapina e finora sconosciute. Si tratta di Andries Neculai, rumeno classe 1988, individuato a La Maddalena, e di ulteriori due soggetti, sempre di nazionalità rumena, irreperibili sul territorio nazionale e per i quali sono state attivate le procedure di ricerca in ambito internazionale. In conclusione, della banda composta da nove individui, oggi sei di essi risultano essere in carcere, due sono attivamente ricercati in ambito internazionale e l’ultimo, Giuseppe Dessì, resta libero in attesa del processo.
Nella foto la banda mentre porta via il bancomat
S.I,