ALGHERO – Acque reflue per irrigare. Lo snodo su cui gira tutta la questione del depuratore di Alghero. La struttura ubicata nei terreni di San Marco, infatti, è nata ed ha ottenuto un finanziamento record proprio per finalità utili a sopperire all’atavica problematica della desertificazione dei terreni in Sardegna e nello specifico nella Nurra. Con questo obiettivo è stata pensato e creato il depuratore che poi negli anni, per diverse responsabilità, ha dimostrato di non essere stato utilizzato nel migliore dei modi.
Ma pensare di portare i reflui fuori dall’area per cui è stato pensato non ha senso o meglio l’europa richiederebbe probabilmente indietro i soldi. Le acque, prese in consegna da Abbanoa, devono finire, in accordo con gli enti preposti, nei terreni agricoli. E questa medesima funzione dei sistemi di depurazione è stata presentata ieri a Cagliari. Il depuratore di Is Arenas verrà utilizzato per irrigare i parchi. Acque reflue che, grazie alla trasformazione, diventano una sorta di «tesoretto». Un risparmio per le casse comunali di circa 400mila euro all’anno. Il maxi-piano consentirà di riciclare circa 800 mila metri cubi all’anno per irrigare oltre 123 ettari di giardini e parchi della città: il Colle di San Michele, il Parco di Monte Claro, il Parco Cipla, l’area Cep, il Parco di Terramaini, il Parco di Monte Urpinu, l’area compresa tra lo stadio e il Lazzaretto a Sant’Elia e l’ippodromo.
E puntuale sulla notizia arriva il commento dell’ex-sindaco e attuale consigliere regionale di Forza Italia Marco Tedde. “Alghero è partita da alcuni anni. Ma rischia di arrivare ultima per l’incapacità e per la mancanza di schiena dritta nei confronti di Abbanoa di chi amministra”. Resta in primo piano, infatti, la polemica sul corretto funzionamento della struttura di San Marco e più in generale sul sistema di depurazione della Riviera del Corallo con la devastante (per l’industria turistica, come visto in questi mesi) marea gialla e i continui divieti balneazione.
S.I.