ALGHERO – Mentre qui gli ospedali rischiano di chiudere, la sanità viene declassata, dall’altra parte della costa (e non dall’altra parte del mondo) avviene il contrario. Mentre qui ci si appongono medaglie di cioccolato su processi mai governati e anzi, se possibile, ostacolati, nel Nord-Est della Sardegna, cosi come già accaduto nel cagliaritano, si aprono le porte, anzi i portoni, agli investimenti dei privati, spesso stranieri. Proprio quelli che il Premier Renzi e in scia il Governtore Pigliaru, ma più in genrale quasi tutta la classe politica e dirigenziale nazionale, auspicano per la ripresa del nostro Paese, salvo poi spesso non agevolarli come sta succedendo in alcune parti della Sardegna.
La notizia è questa “il numero uno di Qatar Foundation Endowment, Lucio Rispo, ha incontrato questa mattina il sindaco di Arzachena, Alberto Ragnedda, per definire i dettagli di un importante progetto annunciato da tempo”, e continua da un quotidiano regionale. “La fondazione dell’emiro Al Thani è pronta a realizzare un piccolo ospedale nel territorio del centro costiero gallurese. Si parla di una estensione della grande clinica che sarà realizzata a Olbia (Mater Olbia) e la Qatar Foundation intende garantire la sua presenza ad Arzachena e in Costa Smeralda, con un presidio di altissimo livello”.
E’ evidente che i territori caratterizzati da litigiosità, invidia e mancanza di lungimiranza sono una manna per i governi centrali che dirottano le loro attenzioni su luoghi dove la Politica ha una visione, propone progetti e soprattutto, quando è necessario, va oltre le divisioni personalistiche e di bandiera. Tutto, laddove ci sono i suddetti presupposti, produce ricchezza, al contrario invece si subiscono povertà e desertificazione sociale (ad esempio Alghero nel 2050, secono i calcoli ad oggi, potrebbe scendere a 20.000 abitanti, come nell’800).
Da qualche tempo si ripetono gli appelli per superare questa empasse, per dire basta al freno dello sviluppo e alle progettualità già nei cassetti degli enti preposti. Mantere lo status quo vuol dire la fine. Tutti sanno, a partire da quelli che negli ultimi anni hanno frequentato Sant’Anna e le presunte “stanze dei bottoni” che c’è poco da essere contenti: nelle casse non c’è un euro. Dunque o si vuole far morire un territorio o, è evidente e anche un’analfbeta politico lo capirebbe, bisogna aprire agli investimenti privati. Controllati, certificati e guidati, certo non lasciati allo sbando e senza una regia. Ripetere che non c’è più tempo da perdere, pare una nausetante litania, ma è cosi. Qui chiudono ospedali e a 100 chilometri nasce un polo sanitario da far invidia alle più importanti nazioni europee. Meditate gente, meditate.
Nella foto il progetto di un nuovo ospedale presentato ad Arzachena dalla Qatar Foundation
Stefano Idili