SASSARI – «Quando partecipo a incontri su queste tematiche, sento sulla pelle l’esperienza di immigrato, la discriminazione che a volte si prova nel nuovo paese. Un contrasto di sentimenti che, da una parte, fa prendere atto di un rifiuto della propria terra ad accoglierti e, dall’altra, fa sentire la nostalgia per quella stessa terra e i luoghi in cui sei nato». Così nei giorni scorsi, nella sala conferenze del palazzo dell’ex infermeria San Pietro, gremita da tanti immigrati che vivono a Sassari, il sindaco di Sassari Nicola ha aperto il convegno “Genitorialità e immigrazione”.
L’appuntamento, organizzato dal Settore Coesione sociale e Pari opportunità del Comune di Sassari, è stata un’occasione di approfondimento e confronto su temi di assoluta attualità. «Le madri – ha ripreso il primo cittadino di Sassari – sono il veicolo più bello per l’integrazione nella società che ci ospita. Il mondo occidentale è ricco di esempi di integrazione e un caso esemplare è quello degli Stati Uniti d’America dove l’elezione di un afroamericano rappresenta un evento che, sino a trent’anni fa poteva sembrare una bestemmia. «Mi auguro che Sassari – ha concluso il sindaco Nicola Sanna – che ha dato tanti emigrati nel mondo, sappia accogliere in modo civile e maturo gli immigrati e un processo di sviluppo utile a tutti i residenti e agli immigrati stessi».
A dare il via ai lavori è stato il dirigente del settore Coesione sociale Mario Mura che, dopo aver salutato l’assessora Grazia Manca ideatrice del progetto e che per la contingenza politica non ha preso la parola, ha illustrato i progetti Iti e le azioni previste in ambiti sociale.
Il dirigente ha subito spiegato su quali linee si sia mosso il servizio mettendo subito in campo tre progetti: due che vedono protagonisti gli immigrati – Madri di quartiere e Albo delle baby sitter – e uno – San Donato senza confini – che, nell’ottica dell’integrazione, ha coinvolto immigrati e residenti del quartiere del centro storico. E se i primi due progetti hanno mirato alla formazione delle madri, con la creazioni di gruppi “cerniera” tra la realtà locale e servizi sociali e la creazione di competenze incentrate sulla multiculturalità e il bilinguismo; il terzo progetto, con il coinvolgimento delle scuole del quartiere di San Donato, ha dato vita a laboratori artigiani e attività formative.
L’attività svolta dal Settore Coesione sociale ha confermato una realtà che vede nel centro storico una forte concentrazione di immigrati. Una situazione che accende l’attenzione sulla questione abitativa del centro storico – abbandono dell’area da parte dei sassaresi e sostituzione con nuovi abitanti – quindi sulla necessità di contrastare l’esclusione e l’emarginazione. È emersa poi la richiesta degli immigrati per un potenziamento dei servizi di accoglienza, di informazione e accesso ai servizi. Da qui i progetti Genitori fanno centro (illustrato poi dall’educatrice del Settore Manuela Enrico), per aiutare le donne immigrate del centro storico, quindi lo sportello extracomunitari per agevolare l’accesso ai servizi. Di particolare interesse l’illustrazione che le due associazioni Aidos e InMediazione hanno fatto del progetto “Madri in terra straniera”. Un documentario che, realizzato da Gabriele Meloni e Marco Spanu, mette in evidenza le paure e le difficoltà vissute nella nostra isola da alcune donne immigrate in gravidanza.
Nella foto al centro il sindaco Sanna