ALGHERO – Un chiaro e netto segnale. 60% No, 40 Si. Nessuno si aspettava un risultato così netto. Del resto la macchina elettorale del Governo è stata imponente in particolare nell’Isola con tante visite dei Ministri come poche volte accaduto in passato. Ma nonostante questo, e ciò fa comprendere quale sia il sentimento della gente che attende solo risposte tangibili e non più annunci, italiani, sardi e algheresi dicono No alla Riforma proposta dal Governo. Ma, vista anche la personificazione della campagna elettorale che ha visto Premier, Governatore e, nel caso di Alghero, ma anche di Sassari, il sindaco in prima linea, questo è evidentemente anche un messaggio politico diretto a questi governati e anche al Partito Democratico.
Il Presidente del Consiglio, in diretta tv, si è dimesso non appena il risultato ha iniziato a prendere forma in tutta la pesante sconfitta nei suoi confronti. Nel pomeriggio di lunedi 5 dicembre salire al Colle da Mattarella. Il quale dovrà verificare se ci sono altre maggioranze, proverrà a formare un governo tecnico o altrimenti fisserà la data del voto anticipato, in tale caso entro il prossimo febbraio. Ma, come detto, la Sardegna è una delle regioni con la percentuale più alta per il No (ha superato il 72%). Una valanga di voti che non può non essere considerata anche un segnale politico in primis per la Giunta Regionale e, nel caso dei comuni che hanno visto i sindaci supportare in tutto e per tutto il Si, anche per i Primi Cittadini.
Ad Alghero la lista civica del Sindaco, come anche il Pd cittadino, ha addirittura, tramite il capogruppo Sartore, realizzato gli incontri cittadini a favore della riforma con i leader regionale e nazionali come Renato Soru, Gavino Manca e Giovanni Sanna. Dunque una scelta di campo chiara totalmente bocciata dagli algheresi che non hanno seguito le indicazioni per il Si raggiungendo, anche se i dati ancora devono essere definiti, un record di voti contrari (anche nel centro catalano il No è intorno al 70%). A distinguersi sono stati gli alleati dell’Udc e della sinistra, ma, come detto, proprio il movimento civico e gli assessori bruniani si sono tutti spesi per la riforma. Come già anticipato e chiesto da un parte delle opposizioni, Bruno dovrebbe dimettersi. Difficilmente lo farà. Ma, il voto del Referendum, che si somma ai tantissimi problemi amministrativi e politici, certifica che Alghero, in linea con gli altri comuni sardi, boccia non solo la Riforma ma anche le guide politiche di Renzi (che ne ha preso atto), Pigliaru e sindaci che sono spesi in prima persona come Bruno, ma non solo. Basta guardare i risultati di Sassari, Cagliari e Oristano. Una Caporetto del Si. Ciò significa che i sardi sono veramente stufi.
Nella foto il Ministro Boschi ad Alghero col sindaco e altri componenti della Giunta e Presidente del Consiglio
S.I.
VOTO REFERENDUM AD ALGHERO: