ALGHERO – “A Maria Pia noi vogliamo fare un grande parco urbano con solo una parte molto residuale da destinare a servizi e hotel”. Se ancora ci fosse bisogno, ieri, a Guardia Grande, Mario Bruno, con a fianco Antonello Usai, che ha confermato tale linea pur ricordando la necessità di nuovi posti letto, ha ribadito il pensiero che accompagna la politica degli ultimi 5 anni anni. Un “fil-rouge” che parte dalla precedente amministrazione fino all’attuale dove temi come appunto Maria Pia, ma anche porto, campi da golf, Puc, Porto Conte, Pul e anche borgate, sono utilizzati in base alle contingenze giusto per alimentare il dibattito, ma su cui non è stata ancora presa alcuna decisione fattiva.
Tutto ciò mentre il tempo passa, scandito come un metronomo dagli allarmanti dati della crisi, a partire dalla disoccupazione record. Eppure, da quasi un lustro, il “partito del no” sembra essere riuscito condurre tali processi per ottenere un risultato: lasciare tutto fermo. Ingessato. Proprio come delineò il faro di queste politiche di “ambientalismo radicale” ovvero il Ppr di Soru. Ovviamente se Alghero avesse avuto un suo Piano Urbanistico non si sarebbe finiti sotto la “cappa” dei dettami soriani e in generale di chi ha governato Regione e poi Alghero, ma l’importante documento di pianificazione è ancora “in viaggio”. Quasi da 20 anni. Se in passato, però, le condizioni economiche generali erano diverse e la crisi pesava in maniera minore, da qualche anno è evidente l’aggravarsi della situazione. Perciò è almeno puerile governare e anche fare opposizione col “torcicollo”.
Nonostante questo, anche per Maria Pia, niente da fare. Tutto, se e quando, è legato al Puc. Così ieri ha ribadito il Sindaco. C’era stato un tentativo, criticato dall’agro, Pd e 5 Stelle, di stralciarlo e inserirlo del “Piano di Valorizzazione delle Borgate”, ma la Giunta Pigliaru ha risposto “picche”. Del resto questo tentativo avrebbe scontentato tutti: imprenditori alberghieri e agricoltori per l’appiattimento dei volumi che si sarebbero potuti realizzare. Ma, come oramai accade negli ultimi tempi ad Alghero e in linea con l’adagio de “il cane dell’ortolano”, niente, a breve, si farà sia a Maria Pia che nella bonifica. Amministrazione Bruno in questo caso, ma non solo, sono in perfetta linea con gli oppositori del Movimento 5 Stelle. Entrambi infatti vogliono un parco urbano e, almeno in fase di annunci, sono sulla stessa lunghezza d’onda.
C’è un particolare però. Il progetto per l’intervento alberghiero su Maria Pia, come da risposta al bando pubblico dal Comune il 15 gennaio 2000 (sindaco Tonino Baldino), identificò in tale realizzazione l’interesse pubblico. Ciò si rafforzò in base alla richiesta di modifiche rispetto a quanto presentato dall’Ati comprendente le società Fabbroni e Europrogetti e Finanza. Venne anche nominata una commissione ad hoc le cui valutazioni furono approvate positivamente dalla Giunta Comunale, sempre nel 2000. Ma il passaggio più importante è quello del 30 novembre 2001: con delibera comunale, n.° 286, la Giunta prescrisse il valore del “pubblico interesse”, con l’indicazione che il sindaco si facesse promotore per alcuni ulteriori modifiche. Il Primo Cittadino portò avanti quanto chiesto e i privati realizzarono queste modifiche. Perchè questo è importante? Senza il riconoscimento del “pubblico interesse” il Comune non dovrebbe più (almeno secondo l’attuale amministrazione) pagare la penale di oltre 1milione di euro che spetta agli imprenditori come penale qualora non venga realizzato più il loro progetto.
“Non è mai stato dichiarato il pubblico interesse” ha detto ieri Bruno “abbiamo incontrato più volte i privati, che fanno capo ad alcuni importanti imprenditori algheresi, ma non si è arrivati ad un accordo e dunque, anche in linea con quanto ci ha detto l’assessorato regionale, non possiamo fare niente anche se una parola definitiva, finale la dobbiamo dire”. Anche questa è Alghero: disoccupazione quasi al 50%, crisi che si taglia a fette, tutti sono d’accordo sulla necessità di nuovi e moderni servizi e posti letto, ma Maria Pia non si tocca. Meglio sognare un “grande parco urbano” e lasciare il desolante panorama di oggi fatto di erbacce, palme morenti, mancanza di servizi, l’ex-arena dei concerti in abbandono e Palacongressi in decadenza.
Nella foto il tavolo di ieri a Guardia Grande col sindaco Bruno e l’assessore Usai
S.I.