ALGHERO – “La Grotta Verde ha vissuto milioni di anni, ma quest’ultimo si chiude molto male. Si tratta di un vero allarme ambientale. La grotta sta letteralmente “morendo” tra l’indifferenza generale. Eppure è un bene ambientale di prima grandezza, ed un luogo unico nel Mediterraneo”. E’ il naturalista e documentarista Roberto Barbieri a puntare i riflettori su una questione scomparsa dai radar del dibattito cittadino e pare anche delle azioni dell’amministrazione comunale ovvero la Grotta Verde. Una di quelle tante occasioni di sviluppo ed economia mancate che potrebbero, da sole, garantire importanti flussi turistici e dunque occupazione solida.
“Gli organismi che gli danno il colore ed il nome sono batteri fotosintetici (cellule a metà strada tra animali e vegetali). Per vivere hanno bisogno di luce e di umidità. La grotta purtroppo si sta asciugando e le concrezioni si sfaldano. Inoltre la ditta che ha lasciato a metà i lavori per l’apertura (e se ne parla dagli anni 50) ha impolverato pesantemente lo strato verde e di conseguenza non gli arriva più la luce solare. Del 1,2 milioni di euro spesi (per ora inutilmente, anzi con danni), non un centesimo è stato speso per studiare come salvare la grotta”.
“Rimedi? Forse intervenendo subito si può salvare qualcosa. Occorre monitorare l’umidità e riportarla a valori accettabili. Ma soprattutto occorre semplicemente “spolverare” la grotta e consentire a ciò che rimane dello strato verde di catturare la luce. Tanti speleologi sono pronti a dare una mano in volontariato. L’incuria dell’amministrazione locale e del Parco non deve distruggere un bene che ha tutte le caratteristiche per essere inserito tra i patrimoni dell’Umanità Unesco”.
Nella foto la Grotta Verde
S.I.