SASSARI – Un altro tassello del programma di mandato della maggioranza guidata dal sindaco Sanna è pronto per la città. Il piano che studia nel dettaglio i 3.600 edifici presenti nel centro storico e che, grazie al lavoro di riordino fatto dagli uffici di via Demuro, suddivide in 9 comparti l’area della vecchia città, salvaguarda e valorizza l’aspetto storico, architettonico e identitario dei beni presenti. Il nuovo piano particolareggiato della “città murata” nei giorni scorsi è approdato all’esame della terza commissione Urbanistica presieduta dal consigliere Marco Manca. Un’occasione straordinaria di pianificazione di un’area che riveste un enorme interesse per la città e che, lunedì 30 gennaio, vedrà ancora una volta riuniti i componenti dell’organismo consiliare. Questa volta si aprirà il dibattito sull’adozione dello strumento che detterà le nuove regole della disciplina urbanistica nel centro storico.
«Si tratta di una pratica molto importante – ha detto in apertura di seduta Marco Manca – che la cittadinanza attende e che dovrebbe servire al rilancio del comparto del centro storico». A illustrare il piano particolareggiato del centro storico sono stati l’assessore all’Urbanistica Gianni Carbini, il dirigente del Settore Claudio Castagna e i funzionari Roberta Omoboni e Sebastiano Frau. «Il piano – ha detto l’assessore – ha portato un attento riordino e dai singoli piani previsti per i vari comparti del centro storico, attraverso una loro omogeneizzazione, ha consentito la formulazione di un unico piano particolareggiato della “città murata”. Il piano, dopo la sua approvazione in consiglio comunale, dovrà passare al vaglio dell’Ufficio tutele del paesaggio». Nel centro storico, suddiviso in nove comparti, vengono individuati ben 3.600 edifici, per i quali si prevedono singoli studi di dettaglio. Numerose le azioni che, grazie alla presenza del piano, sarà possibile realizzare nel vasto perimetro del centro storico. Si va dalla possibilità di manutenzione ordinaria e straordinaria al restauro conservativo, dal restauro alla ristrutturazione conservativa. Importanti le novità introdotte dallo strumento che prevede anche la possibilità di demolizione e ricostruzione di alcuni edifici quindi la sopraelevazione, l’ampliamento, la nuova costruzione o la sola demolizione.
È stato il dirigente del Settore Urbanistica a sottolineare l’importanza della novità rappresentata dalla “ristrutturazione di tipo conservativo”. Si tratta – è stato spiegato – della tipologia di intervento che mantiene immutati alcuni elementi strutturali qualificanti, con possibili integrazioni funzionali o strutturali, senza incrementi di superficie, di volume e variazioni della sagoma storicamente esistente. Tra questi elementi qualificanti degli edifici vengono previsti i vani scala che hanno caratteristiche di bellezza architettonica e decoro, che non possono essere cambiati. Nelle zone di Sant’Apollinare e San Donato vengono previsti gli interventi più significativi di demolizione e ricostruzione, mentre sono circa 26mila i metri cubi di volumi previsti in aumento.
Di interesse, poi, la possibilità di creare, per ciascun comparto, un progetto pilota che prevede il coinvolgimento del privato, del pubblico, del privato e del pubblico assieme per la realizzazione di servizi per la collettività. Il piano prevede anche un progetto di sviluppo urbanistico con la possibilità di creare degli edifici di residenzialità pubblica. Il privato, cioè, potrebbe cedere una parte dell’edificio a questo scopo, ottenendo in cambio una premialità nei volumi. Si prevede, ancora, la possibilità di dividere in due gli appartamenti e realizzare garage – prima non era possibile – al piano terra seguendo un determinato percorso. Il piano ripropone poi i parcheggi interrati nelle piazze Mazzotti e Università, quindi nell’area di piazza Mazzotti la possibilità di creare spazi verdi e collettivi con percorsi di riscoperta archeologica. Sulla valle del Rosello si prevede un grande parco urbano, la ristrutturazione conservativa delle case che si affacciano sul Rosello quindi la ristrutturazione significativa di altre e, infine, la realizzazione di strutture a servizio degli orti urbani.
Nella foto l’incontro a Sassari
S.I.