ALGHERO – “In merito alle criticità nelle strutture ospedaliere del nord-ovest della Sardegna ancora una volta è necessario fare chiarezza partendo dal quadro complessivo della Sanità nel nostro territorio dove da ormai troppo tempo la situazione e’ andata via via peggiorando fino ad arrivare all’attuale condizione di criticita’ oramai fuori controllo. Tutto parte dall’istituzione della ATS,la famigerata Asl unica,che ha previsto piani di accorpamento di Asl e aziende ospedaliere che avrebbero dovuto riconfigurare la geografia del sistema sanitario e di welfare sardo. Purtroppo cosi’ non e’ stato o perlomeno fino ad ora non si sono visti gli effetti. Al contrario la fusione tra le due aziende sanitarie,ASL e AOU , avvenuta ad inizio anno , con un processo che ha coinvolto quasi 2000 lavoratori,e con la rassicurazione iniziale che la macchina organizzativa sarebbe stata efficiente per garantire un graduale e indolore passaggio sia per i lavoratori che per gli utenti, ha generato una grande confusione sia in termini organizzativi che di rispetto e tutela degli istituti contrattuali da garantire ai dipendenti. Intanto col passare del tempo i nodi critici ,mai sciolti,sono peggiorati con organici ridotti,liste di attesa in aumento, e ancor piu’ grave- le condizioni di lavoro a cui sono sottoposti gli operatori sanitari, alle prese con scarsita’ di presidi e forniture del materiale essenziale per erogare assistenza ai pazienti ricoverati…dalla piu’ elementare siringa ai cerotti e garze con le inevitabili ripercussioni sulla qualita’ delle prestazioni sanitarie fornite. A questo punto urge un cambiamento vero,ma parrebbe che le logiche di potere prevalgano ed ingessino possibili scelte anche condivisibili per restituire una sanita’ dignitosa nel nostro territorio. Gli interventi sostanziali e strutturali di modifica stanno soltanto aleggiando, e ormai da mesi, dopo l’insediamento della dirigenza ATS nulla sembra essere mutato Una sanita’ ospedalocentrica ,un welfare non radicato e vicino ai cittadini,un sistema senza governo e programmazione pubblica non sono le risposte dovute ne’ le piu’ efficaci. Bisogna che si riparta dal territorio quali il potenziamento dei presidi territoriali e la differenziazione della rete di offerta socio sanitaria secondo il criterio dell’intensita’ di cura.
Questa deve essere a mio parere la ricetta per uscire dallo stereotipo comunemente diffuso dell’idea
di una sanita’ che non riesce a rispondere alla domanda di salute dei cittadini,sfiduciati e scontenti
dal sistema. Un emergenza gestionale con una macchina amministrativa non a regime genera una serie di
problematiche che se non affrontate nella maniera dovuta si cancrenizzano dando alla luce i problemi che attualmente ci ritroviamo. Cio’ che accade da troppo tempo negli ospedali di Alghero, Ozieri,Ittiri e thiesi e’ incomprensibile; lasciati soli al loro destino e penalizzati da una riforma sanitaria che non ha tenuto conto di un bacino di utenza che si estende territorialmente e raggiunge gli oltre 330mila abitanti, e nella sua applicazione determinerebbe il declino della sanita’ del nord ovest sardo. Partendo proprio da Alghero,un tempo fiore all’occhiello della sanita’ sassarese che oggi corre il serio rischio di soppressione dei servizi e di contro altri che non riescono proprio a partire come la nuova terapia sub intensiva e l’endoscopia
non capiamo come mai a fronte di una spesa di 1,2 milioni di euro, con tutte le attrezzature in dotazione e adeguamenti strutturali per poterle ospitare , non si riesce a far decollare questi importanti progetti, fondamentali anche e sopratutto per ottenere il meritato riconoscimento del presidio di Alghero-Ozieri della classificazione di 1°Livello. Sottolineo e non posso esimermi dal lodare il lavoro del personale medico e infermieristico che nonostante una drastica carenza dovuta ad un parziale sblocco del turn-over , opera con spirito di abnegazione all’interno delle corsie ,garantendo un servizio di qualita’ nell’assistenza dei pazienti. Una carenza sopratutto di Personale Infermieristico che ha determinato situazioni esplosive come nelle medicine
e chirurgie, pregiudicando in maniera seria l’assistenza,con un meccanismo di assunzioni che incentiva il precariato e blocca invece i concorsi a tempo indeterminato che nella nostra provincia mancano ormai dal 2009 Fino ad arrivare ad Ozieri, protagonista negli anni della sanita’ del nord con le sue eccellenze , gia’ penalizzato dalla temporanea chiusura del punto nascita e accorpamenti, che oggi si ritrova a condividere con Alghero un triste destino che speriamo non sia l’epilogo Rimane oscuro il motivo secondo cui realta’ sanitarie come S.Gavino Monreale hanno ricevuto l’inquadramento di 1 Livello nonostante un bacino di utenza nettamente inferiore che non risponde certamente ai parametri e criteri di classificazione dettati dalla riforma ospedaliera regionale. Fatti gia’ denunciati da tempo dalla segreteria Cgil di Sassari che congiuntamente agli RSU del territorio , ha cercato di ottenere risposte operative e chiare aprendo un dialogo con l’azienda e le istituzioni. Di contorno urge il potenziamento della sanita’ territoriale e dei distretti con l’istituzione immediata di una lungodegenza ed RSA, che ad esempio ad alghero vengono a mancare, che oltre al compito di decongestionare l’attivita’ di reparti come medicina rappresenterebbero la naturale prosecuzione
delle cure ricevute nelle degenze per acuti del territorio. Per questo e tanto altro ancora che il sindacato che rappresento si e’ adoperato e ha sollecitato l’attivazione di un tavolo serio di confronto con la dirigenza ATS e ASSL,guidato da un protocollo sulle relazioni sindacali,al fine di condividere una pianificazione che risponda alla domanda di salute dei cittadini”.
Mauro Marras, dirigente sindacale – Rsu- Cgil Fp Sassari.