ALGHERO – Dopo un breve rallentamento per gli impegni nella grave vicenda Fluosid, continua spedita l’inchiesta sui “Fondi ai Gruppi”. Marco Cocco, Pubblico Ministero che segue dal principio quella che potrebbe essere definita una “Mani Pulite 3.0″”, ha chiesto il rinvio a giudizio per altri cinque esponenti politici. Questa volta tutti in capo al centrodestra. Sono Sergio Milia, Fedele Sanciu, Claudia Lombardo, Nicola Rassu e Mariano Contu (che tra l’altro è subentrato in aula proprio agli onorevoli decaduti per la Severino).
Per tutti l’accusa è l’uso illecito dei fondi pubblici che diventa reato di peculato, in alcuni casi aggravato e soprattutto con alcune importanti differenze in base al ruolo degli allora consiglieri nei propri gruppi. In particolare chi ha ricoperto la mansione di “tesoriere” dovrà rispondere della proprie spese e di quelle dei componenti del gruppo di cui faceva parte. Dunque una responsabilità oggettiva e soggettiva che, tra l’altra, sta facendo “giurisprudenza” anche in altre parti d’Italia. Di fatto, tutte le spese non rientranti in compiti istituzionali e che non siano state vigilate e giustificate rientrano appieno nelle magli della “Mani Pulite 3.0”. Ritornando alle ultime richieste, il giudice deciderà per il rinvio a giudizio il 25 settembre. Adesso, come ampiamente annunciato spetta agli altri gruppi consiglieri rientranti nell’alveo del Pd, a partire da Progetto Sardegna. Nei prossimi giorni le richieste del Pm ed entro l’anno le udienze con le eventuali richieste di condanna.
Nella foto un’udienza dei fondi ai gruppo con Diana imputato
S.I.