ALGHERO – E’ comprensibile che l’Udc non voglia nuovamente far cadere un sindaco. Da alleati storici del centrodestra, dove governavano in Regione con Cappellacci e a Roma con Berlusconi, fecero cadere Marco Tedde. Motivazioni, arcinote, legate al Puc. Poi, a parte le parentesi commissariali, Stefano Lubrano mandato a casa col contributo, anche in questo caso, dell’Unione di Centro. E poi, con grande sorpresa e stupore, la clamorosa rottura col centrodestra e l’appoggio (determinante) a Mario Bruno e la conseguente vittoria elettorale che, numeri alla mano, non sarebbe mai arrivata senza i circa 2mila voti dell’Udc.
Nel frattempo, come raccontato dalle cronache, politiche e non solo, il disastro degli ultimi tre anni. I centristi sono, prima usciti dalla maggioranza, e poi rientrati. Un balletto poco comprensibile che era stato giustificato col raggiungimento da parte di Bruno di alcuni punti programmatici. Ad oggi, nonostante la poderosa macchina della propaganda abbia cercato di mutare persino la realtà, niente è stato ottenuto dall’Udc come messo nero su bianco soprattutto da Antonello Usai e Lelle Salvatore (a partire dall’ex-Caserma) ovvero le guide locali del partito. Per questo, già da qualche mese, e prima della bufera giudiziaria che ha travolto l’amministrazione Bruno, visto il generale disastro, era stato deciso che, salvo qualche miracolo, lo Scudo Crociato avrebbe fatto terminare in anticipo l’esperienza del centrosinistra bruniano.
Una scelta corroborata anche da chi, come Monica Pulina, consigliera giovane, ma che si è dimostrata attenta alle dinamiche politiche e soprattutto sempre piuttosto legata al leader maximo, nonostante le lusinghe, con con promesse assessoriali, è restata all’opposizione. Discorso simile per Alberto Bamonti che, a più riprese, sarebbe potuto rientrare in Giunta ma, come anche il coordinatore cittadino Lelle Salvatore, ha scelto di non far più parte di questa, giudicata oramai dalla stragrande maggioranza degli algheresi “la peggiore di sempre”, amministrazione.
Nonostante questo, nell’ultima riunione in casa Udc, tra consiglieri e assessori, sono emerse delle posizioni non totalmente allineate. Come detto, Salvatore, più vicino alle posizioni di Usai, sarebbe pronto a dire basta, troppe le questioni irrisolte e il mancato raggiungimento dei punti programmatici, oltre che i recenti scandali che, tra l’altro, non sarebbero terminati. Ma c’è da fare i conti con le posizioni dei consiglieri: Donatella Marino, alla sua prima esperienza in via Columbano, cosi come anche Alessandro Loi, anch’esso esordiente in Aula, ma con un recente passato di militanza in alcuni partiti, tra cui Lista Giorico, Api e poi appunto Udc. Nell’incontro di questi giorni la Marino pare non abbia espresso una posizione netta e comunque sembrerebbe pronta ad accogliere le istanze del partito, discorso simile per Loi che però è più propenso ad andare avanti. Anche se, di fatto, senza l’indicazione di un nuovo assessore (con la sola presenza della Castellini ai Servizi Sociali dove ha perso il dirigente), la presenza in aula resta precaria.
Ma, è giusto ribadirlo, tutti attendono di incontrare il leader Antonello Usai. Ma, anche in questo caso, la domanda nasce spontanea: quale voglia può avere di fare politica l’ex-assessore regionale e comunale? Ciò anche a seguito delle mancate dimissioni (seppur temporanee e revocabili) del sindaco, utili a far prendere un attimo di pausa e, forse, rasserenare gli animi. E’, infatti, piuttosto rappresentativo dell’attuale quadro politico, e anche sociale, cittadino che l’amministrazione in carica sia in vita solo grazie a tali ragionamenti o, perfino, per consiglieri “non residenti” e appesa al filo delle inchieste giudiziarie. Un atto di responsabilità da qualcuno dei protagonisti, partendo proprio dall’Udc, forse potrebbe restituire un po’ di dignità alle Istituzioni e, soprattutto, far uscire Alghero dal pantano e risvegliarsi da un pericoloso torpore.
Nella foto Lelle Salvatore (coordinatore cittadino dell’Udc) e Donatella Marino (consigliere comunale dell’Udc)
S:I.