ALGHERO – C’era una volta il calcio. Ad Alghero e Fertilia. Oggi niente, il buio. In pochi anni il gioco del pallone più diffuso in Italia è praticamente scomparso dai radar dello sport cittadino. Ovviamente c’è chi resiste e, soprattutto in ambito giovanile, cerca di mantenere in vita delle società che possono offrire un’alternativa ai ragazzi del posto. Ma, del glorioso passato del calcio locale non c’è più traccia. In pochi anni l’Alghero è precipitato in Seconda Categoria (oggi la più bassa in assoluto) e il Fertilia è scomparso.
Anche queste disgrazie sportive, e di fatto sociali, paiono interessare poco alle varie rappresentanze. In primis quelle politiche, ma anche quelle imprenditoriali. Del resto, non può sfuggire, che il calcio è diventato un grande business. In Italia uno dei più rilevanti. Eppure qui, nella Riviera del Corallo, anche questo possibile mercato è finito nel dimenticatoio, o meglio nel baratro, con tutti i risvolti negativi che esso comporta in termini di immagine per la città e sopratutto di offerta di svago anche per la popolazione locale.
Sono tanti coloro che ricordano le domeniche al Mariotti. Gradinate sempre meno affollate in linea col decadimento della squadra. Fino ai giorni nostri. Con i giallorossi nell’ultimo gradino del calcio e i giuliani assenti in toto. Eppure, non molti anni fa, entrambe le realtà avevano vissuto dei campionati di alto livello. L’Alghero era arrivato fino alla Lega Pro, con la gestione da amministratore delegato di Riccardo Giorico, mentre il Fertilia, soprattutto quello del mitico presidente Gianfranco Tarasconi, oltre ad aver costruito un settore giovanile tra i primi in Sardegna, col supporto anche di allenatori molto capaci quali Paoletto Cattogno, Antonello Peana, Giovanni Idili, rasentava sempre le prime posizioni in classifica dei campionati a ridosso dei nazionali. Ancora prima, per i catalani, c’è da ricordare il periodo dei cugini Pino Giorico: l’onorevole (oramai scomparso) e l’imprenditore, padre di Riccardo (questi con anche gli imprenditori Andrea Spanu e Bruno Meloni). Anni in cui il Mariotti esplodeva e andare allo stadio era una grande festa. Fino anche ai pienoni degli anni successivi, in cui a guidare il tifo c’era il gruppo di fedelissimi del “Trauma Alcolico” che spesso incitava anche un altro idolo ovvero Gavino Scala.
Questo fino al primo decennio degli anni 2000, poi il tracollo. Oggi, come detto, il Fertilia non esiste più, anche se pare ci siano degli imprenditori della borgata, già protagonisti in passato come calciatori, ovvero la famiglia Bitti, interessati a riportare in vita la società. Discorso simile per l’Alghero, dopo gli anni gloriosi dei Giorico (a capo di cordate di imprenditori locali), tra cui anche è doveroso ricordare Mauro, oggi grande allenatore in capo all’Arzachena, oggi la squadra è precipitata in Seconda Categoria. Negli ultimi anni ha visto solo retrocessioni. Il titolo è in capo al commerciante di auto Amtonio Meloni che pare sia in trattativa per cercare di salvare il salvabile, anche perchè dopo la “Seconda”, non c’è più futuro.
E tale pessima condizione del calcio locale, mantenuto ancora a galla da piccole realtà, tutte, ricordiamolo nella stessa categoria dell’Alghero (ovvero Audax, Treselighes, Maristella), oltre che dalle giovanili della Nettuno, Mercede, Cagliari Calcio, Catalunya e Audax stessa, si riflette negli spazi in totale decadenza. In particolare il San Marco di Fertilia, oramai, da anni, totalmente abbandonato, non dissimile la condizione del glorioso Mariotti. Sarà un caso o forse no, il declino di Alghero, politico, economico e sociale, si riflette anche in ambito sportivo e la fine delle due squadre maggiori lo rappresentano, purtroppo, appieno.
Nella foto l’Alghero Calcio al Mariotti (campionato 2007/08)
S.I.