ALGHERO – Oramai siamo veramente al paradosso: la Sardegna è in piena crisi demografica, occupazionale e dunque economica. La Giunta Pigliaru si appresta, finalmente, a mettere mano alla legge Urbanistica. Ciò per riuscire nell’impresa di andare oltre il nefasto Ppr di Soru che, ha detto di tutti, ma proprio tutti, ha ingessato tutti i comparti produttivi dell’Isola. Eppure una piccola nicchia, la solita, riferibile alle note associazioni ambientaliste e a settori politico-editoriali vicino, ad esempio, a porzioni del Gruppo de La Repubblica, ha scatenato un putiferio e affilato le armi criticando pregiudizialmente l’operato della Giunta Pigliaru accusata di intenzioni cementificatorie (la verità è opposta: si va verso norme ancora troppo rigide e non permissive).
Pure stupidaggini o, addirittura, come le qualifica l’assessore Erriu in una lettera al direttore de L’Espresso, “fake news”. E’ sufficiente questo inizio come prova del fatto che delle lobby vogliono e anzi lavorano affinchè la Sardegna resti un isola, isolata di disperati. Salvo poi dirci che è necessario ripopolarla con gli immigrati. Cose fuori dal Mondo che accadono solo per la mancanza di spina dorsale di alcuni politici. Ma non è il caso dell’assessore Cristiano Erriu che risponde in maniera puntuale e senza fronzoli alle stupidaggini, interessate, della “lobby anti-sardi”
Caro Direttore,
viviamo gli anni delle fake news, e su queste talvolta si costruiscono teoremi che sviano dalla realtà delle cose o, peggio ancora, si attribuiscono ruoli di buono e di cattivo senza neppure prendersi la briga di verificare la fondatezza del malizioso contenuto.
L’articolo “Cemento Mori” prende per buone le dichiarazioni di chi, per i ruoli istituzionali ricoperti, non ha attenuanti nel propagare fake news e accreditarsi in ruoli quanto meno contraddittori rispetto alla realtà dei fatti.
Il nocciolo delle fake news è che nella fascia dei 300 metri dalla linea di battigia non fossero resi possibili dal PPR gli incrementi volumetrici degli alberghi. È singolare che gli autori politici del Piano Paesaggistico, di cui vengono riportate le opinioni in virgolettato, non sappiano, o non ricordino, che gli articoli 20 e 90 del PPR non solo già lo permettessero, sia in sede di redazione dello strumento urbanistico che con procedura di intesa in assenza di questo, ma non lo assoggettassero a nessuna dimostrazione della necessità finalizzata alla destagionalizzazione o al miglioramento dell’offerta, come invece previsto dalla norma contenuta nel nuovo disegno di legge.
Anche a voler sorvolare su questa e su altre stridenti mancanze di linearità di comportamento e di opinione, le quali non sfuggono però alla pubblica opinione sarda ben lontana dal mito del buon selvaggio, il pezzo giornalistico tralascia di considerare tutta la portata di innovazione riformista del disegno di legge della Giunta, frutto di elaborazione culturale avanzata e di scelte coraggiose a difesa del suolo e del paesaggio.
Tale elaborazione costituisce, peraltro, la determinante di un lungo dibattito interno al Partito Democratico sardo, se è vero che nella proposta di legge urbanistica di iniziativa consiliare alternativa a quella della Giunta che viene portata ad esempio di intangibilità inderogabile della fascia dei 300 metri, sia riportato integralmente il contenuto dell’articolo della proposta della Giunta che tali incrementi prevede, in continuità e coerenza con le previsioni del Piano Paesaggistico, sebbene paradossalmente depurato dell’obbligo della dimostrazione della finalità.
Non meno falsa è l’affermazione, questa volta di fonte ambientalista, sulla possibilità di cumulare gli ampliamenti del Piano casa con quelli realizzabili con la nuova proposta di legge, cosa esplicitamente non consentita, e sulla quale è costruito lo scenario fantascientifico del raddoppio delle cubature.
Falsa è anche la notizia della liberalizzazione delle ‘lottizzazioni sul mare’, di incrementi consentiti alle seconde case, di milioni di metri cubi in arrivo.
Dispiace che in questo attacco sensazionalistico, che voglio sperare sia solo il frutto di superficiale disinformazione, passi inosservato l’insieme di norme virtuose contenute nel disegno di legge, orientate alla riduzione reale e operativa del consumo di suolo, alla stretta relazione della disciplina per le aree rurali con la vocazione agricola dei suoli, alla velocizzazione della complessa procedura di approvazione dei Piani Urbanistici, alla rigida normativa di valutazione degli investimenti secondo gli indirizzi delle Nazioni Unite.
Nessuno di noi si qualifica ‘gigante dell’urbanistica’, ma il disegno di legge è fatto per contemperare, come previsto dall’art.133 dello stesso Codice Urbani di disciplina del paesaggio, le esigenze della tutela ambientale e della sostenibilità sociale ed economica della stessa, tenendo conto delle legittime aspettative delle comunità locali che non possono accontentarsi della contemplazione dei luoghi. Comunità che ai valori ambientali di quei luoghi tengono particolarmente in quanto fonte di benessere e sostentamento, certamente anche più di chi ne gode episodicamente da turista.
Cordialmente
Cristiano Erriu
Assessore dell’Urbanistica – Regione Autonoma della Sardegna
Nella foto la Sardegna
S.I.