ALGHERO – “Occorre con serietà affrontare il tema della riorganizzazione ospedaliera, concordando col vertice dell’azienda sanitaria e coi primari ospedalieri, tempistica, logistica e organizzazione degli spazi e degli interventi che inevitabilmente ha bisogno di tempi più lunghi di quelli ipotizzati nella lettera a cavallo di Ferragosto del vertice sanitario sassarese”. Cosi Mario Bruno che ammette, di fatto, i gravi problemi legati alle scelte della Regione rispetto alla chiusura dei reparti principali dell’ospedale Marino.
“Soprattutto il trasferimento dovrà essere concomitante con l’avvio delle discipline previste nell’ospedale Marino: Riabilitazione e Lungodegenza innanzitutto, ma anche potenziamento dei reparti e dei servizi di Oculistica, Pneumologia, Diabetologia, per esempio. Se è facile comprendere come l’accentramento del blocco operatorio, la vicinanza del Pronto soccorso col pronto intervento traumatologico, dell’Ortopedia con il centro prelievi, con l’Anestesia e la Cardiologia sia un fatto positivo, desta perplessità la soluzione immediata del trasferimento al Civile, per carenza di spazi adeguati e in assenza di una nuova piastra tecnologica. Di questo parleremo nel vertice di Porta Terra, in modo serio. Ricercando soluzioni che migliorino l’organizzazione della sanità cittadina. Cappellacci e Tedde devono però smetterla di fare catastrofismo e demagogia spicciola e ci dicano cosa hanno fatto per la sanità algherese negli anni in cui hanno governato. Se c’è stato infatti un declino di Ortopedia, è stato proprio negli anni del governo di centrodestra, caratterizzato dal progressivo smantellamento di risorse, professionalità e strutture.
“Cappellacci e Tedde non hanno proprio niente da insegnare: nella rete ospedaliera approvata dalla giunta nel 2011 (dgr 31/2 “Avvio procedure di riorganizzazione: approvazione preliminare”, mai arrivata a niente, ovviamente), quale strategia era stata individuata per Alghero? Il nulla, il vuoto, ma soprattutto l’abbandono del Marino. Ciò che noi non vogliamo, anzi, il percorso sulla riqualificazione dell’attività ospedaliera per il suo miglioramento è chiaro: fino a quando non saranno sbloccati fondi sufficienti e deve essere fatto nel modo più veloce possibile, per un nuovo ospedale (si rammenta a chi non lo ha ricordato, che l’approvazione della rete ospedaliera sblocca importantissimi fondi ministeriali per l’edilizia ospedaliera) si procede da un lato per migliorare l’ospedale Civile dedicandolo alle patologie acute (aggregandovi le strutture a ciò dedicate per farle lavorare meglio e rendere più sicuri i percorsi assistenziali ospedalieri: sia per sicurezza dei pazienti, sia per razionalità dell’attività, sia per sinergia operativa secondo le buone prassi e le evidenze tecniche in materia).
“E, dall’altro, per riqualificare l’ospedale Marino verso le patologie post-acute e le attività sanitarie e socio-sanitarie territoriali, con la valorizzazione di alcune specialità particolari per operare in maniera più appropriata in rete. Ciò, tra l’altro, consentirà di riunire le attività sanitarie e socio-sanitarie ad Alghero (risparmiando su costi inappropriati). Altro che “cancellazione del Marino” o altre amenità da un gretto sensazionalismo dell’immobilismo e del caos: l’esatto contrario. Il contrario del nulla che si vorrebbe gattopardescamente perpetuare per continuare nel danno da inedia per la sanità algherese”.
Nella foto l’interno dell’ospedale Civile
S.I.