Pd, Bruno e Alghero: tutto in alto mare

ALGHERO – Quattro anni appesi alle vicende di Bruno, Pd e frastagliata maggioranza. Ma c’è poco da fare, questa consiliatura è andata così. Inutile illudere nessuno che in pochi mesi si possano affrontare e anche risolvere i temi neanche sfiorati in tutto questo periodo che comprende anche due anni della precedente esperienza sempre legata all’attuale sindaco. Due mandati e Alghero in mano ha poco o niente. O forse no, è vero. Del resto l’obiettivo primario di riappacificare le varie anime del Pd potrebbe essere non più cosi lontano. Niente a che vedere con le reali esigenze e diffuse degli algheresi, ma comunque, per quella porzione politica, un traguardo fondamentale. Non per tutti, ovviamente, ma soprattutto per chi già siede in comode poltrone fuori Rudas e chi punta ad esse. Tutto legittimo e piuttosto normale, è che, come tutti sanno, Bruno era “sceso in campo” per tutt’altri motivi tra cui quello primario e imprescindibile di approvare, ad esempio, il Puc o anche portare a compimento tante altre progettualità già pronte e presenti in quei famosi cassetti. Invece, trascorsi quasi quattro anni, siamo ancora fermi a discutere di caselle, posti in Giunta, correnti, congressi, tessere e così via.

Nel frattempo, come ampiamente annunciato, Mario Salis è stato confermato segretario del Pd di Alghero. Anche con acclamazione. Un risultato molto positivo per la corrente dei “Popolari Riformisti” che nella Riviera Catalana d’Italia fa capo ad Enrico Daga. Ma per ottenere questo obiettivo è stato necessario un compromesso che appare chiaro dai nomi presenti nel direttivo locale e provinciale. Un ritorno di figure legate a Bruno che hanno trovato posto negli organismi del partito. A leggere il comunicato di ieri [Leggi] apparirebbe chiara la vittoria del capogruppo Mimmo Pirisi nel senso della necessità di ricostruire il centrosinistra e soprattutto di non porsi come nemici dell’attuale amministrazione e addirittura riportare dentro il partito consiglieri e assessori.

Ma non è tutto così rose e fiori. Bastava vedere le facce e i capannelli, ieri, nella sede di via Mazzini. Discussioni, confronti e anche qualche telefonata molto calda. Si dice col sindaco, non presente direttamente ma ben rappresentato da tutti i suoi fedelissimi. E, gira che ti rigiri, il pomo della discordia resta sempre lo stesso: i posti al sole. Un sole calante, visti i mancati risultati ottenuti, però giustamente, soprattutto Pirisi e Nasone, gli “architetti” (insieme ai riferimenti sassaresi) del salvataggio di Bruno, non vogliono passare per degli “utili idioti”. E dunque, hanno posto dei paletti. Si parla di cambiamenti nello staff del sindaco e soprattutto della non conferma di alcuni assessori come Selva e soprattutto pare esserci un aut-aut per il ritorno di Gabriella Esposito.

Bruno ha i giorni contati. Il 5 novembre scade il termine per cui lui deve ritirare le dimissioni. In qualunque condizione tornerà a fare il sindaco. Ma se non si dovesse chiudere il cerchio, a parte le tante belle parole presenti nelle comunicazioni ufficiali di ieri, è molto probabile che il Pd, almeno ufficialmente, non dia alcun nome. Possibile neanche nessuna indicazione, ma solo un appoggio esterno legato all’approvazione all’approdo in aula di temi di interesse generale. Per la verità fino ad oggi non n’è arrivato neanche uno, a parte la pasticciata bozza (respinta dalla Regione) del “Piano della Bonifica”. Insomma è tutto ancora in alto mare, così come lo è il Comune di Alghero. Da domani saremo sommersi da altre comunicazioni volte sempre a spostare l’asticella temporale e qualitativa verso traguardi sempre più lontani e utopici. Ma oramai questa esperienza è finita e tutti, compresi i protagonisti del Partito Democratico, lo sanno bene e si stanno preparando per le prossime sfide, elettorali. Del resto, senza le politiche di inizio anno, le questioni cagliaritane e la difficoltà di alcuni nell’essere rieletti, il sipario sarebbe calato già da tempo.

Nella foto il congresso di ieri del Partito Democratico

S.I.

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