CAGLIARI – “Altro che contesto ambientale partecipativo dove chiunque può apportare democraticamente il proprio contributo. Ne sanno qualcosa i cacciatori sardi a cui è stato intimato il silenzio a seguito della contrarietà manifestata in più occasioni dall’Associazione Caccia-Pesca-Ambiente rispetto alla linea adottata dalla Giunta Pigliaru in materia venatoria.” Così Pittalis, Tedde e Zedda, rispettivamente capogruppo e vicecapigruppo di Forza Italia in consiglio regionale commentano una lettera dell’Assessorato dell’Ambiente inviata all’Associazione Caccia-Pesca-Ambiente. “I cacciatori avevano chiesto i motivi del mancato monitoraggio della Regione su specie come la lepre e la pernici che aveva portato alla sospensione da parte del TAR della caccia di queste specie. Avevano, inoltre, espresso il proprio dissenso rispetto ad una proposta di Piano Faunistico Venatorio Regionale nel cui procedimento non erano stati coinvolti. Mai lo avessero fatto”.
Tanto è bastato per scatenare l’ira degli uffici dell’Assessorato dell’Ambiente i quali – attacca l’ex Sindaco di Alghero Tedde– anziché spiegare perché non hanno eseguito i monitoraggi cui per legge sono obbligati, hanno pensato di utilizzare il loro tempo retribuito con risorse pubbliche per scrivere una nota intimidatoria indirizzata all’associazione sarda dei cacciatori, rea di aver contradetto la linea dell’Amministrazione Regionale. Un comportamento ingiustificabile – prosegue il consigliere regionale azzurro – anche perché i toni e le espressioni poco sobrie utilizzate non sono certamente compatibili con il linguaggio amministrativo, l’unico ammesso e consentito a chi ricopre ruoli amministrativi, con i quali in maniera neanche tanto velata sono state formulate intimidazioni e sono stati espressi giudizi che non competono all’apparato amministrativo.
Queste sono le ragioni che hanno spinto me ed i colleghi Pietro Pittalis e Alessandra Zedda a inviare al Presidente Pigliaru una lettera con la quale abbiamo chiesto un intervento immediato presso l’Assessorato dell’Ambiente, affinché ci dicano per quali ragioni non hanno provveduto ad effettuare i monitoraggi e per chiedere conto degli inammissibili toni e contenuti dialettici utilizzati nei confronti di una associazione che ha avuto solo la colpa di esercitare il proprio diritto-dovere di tentare di partecipare costruttivamente ad un procedimento amministrativo dell’Amministrazione Regionale. Vorremmo capire –conclude il consigliere regionale algherese – se il principio democratico partecipativo e di libertà di pensiero con il quale dalle parti del centro-sinistra si riempiono quotidianamente la bocca, ha anche delle applicazioni oppure sono solo “paravento” dietro i quali si nasconde, invece, un indole repressiva ed intollerante verso chi dissente.”.