ALGHERO – Tutto è ancora molto labile e appeso da un filo, ma pare che questa volta il “patto” tra Pd e bruniani possa reggere. Il condizionale è d’obbligo e tra le due parti, o meglio tra le varie parti in campo, la fiducia reciproca è sempre ai minimi termini, però non c’è altra scelta. Il tempo stringe. Le scadenze elettorali si avvicinano e arrivare con quasi 4 anni quasi nulla sarebbe praticamente un suicidio. Per questo Bruno, a breve, come già previsto [Leggi], ritirerà le dimissioni. Di sicuro entro sabato, quando è previsto l’arrivo ad Alghero del segretario regionale del Partito Democratico, Luigi Cucca, che dovrebbe battezzare questa sorta di accordo.
Di cosa si tratta? Della reiterata promessa di non tradirsi. Entrando nello specifico di avere via libera in consiglio, da parte di entrambi i rappresentanti (Mimmo Pirisi ed Enrico Daga), a patto che vengano condivise le scelte programmatiche dei dem inserite nel programma e ribadite in questi mesi tramite incontri e comunicati. A partire da punti qualificanti come il Puc, Piano Bonifica, Porto e soprattutto da scelte strategiche legate alla revisione delle partecipate e delle rispettive mission. E poi tanto altro che ovviamente passa dalle cose ordinarie fino a scelte più importanti (compresi i posti i Giunta anche se, ad oggi, il Pd non dovrebbe entrare direttamente). Fin’anche al coinvolgimento di altre forze presenti in consiglio (si riparla dell’Upc) alla ricerca di un sostegno più ampio.
E qui sorge spontanea la domanda che in tanti si stanno facendo in questi giorni. C’era bisogno di attendere quasi tutta la consiliatura, e dunque far perdere quattro preziosi anni ad Alghero, per comprendere che era indispensabile ritornare al quadro “classico” dell’alleanza di centrosinistra, e dunque centrodestra? Evidentemente si. O meglio, tutto ciò fa comprendere che se dietro ruoli, partiti, movimenti, consiglieri, assessori e sindaci, non ci sono delle persone all’altezza, i risultati sono prevedibili e, come l’esempio di Alghero, pessimi. Tanto negativi da tentare e provare un’infinita di combinazioni pur di riuscire a governare, senza ottenere i risultati, fino ad arrivare all’estrema soluzione di ritornare ad (ri)allearsi con coloro che gliene hanno dette di tutti i colori. Ma del resto i bruniani, sindaco in testa, non hanno altre scelte: o accettano tali condizioni o vanno a casa.
Nella foto un incontro dell’anno scorso tra i rappresentanti del Pd,il sindaco Bruno con anche il senatore Lai ad Alghero
S.I.