ALGHERO – Le opposizioni, in particolare già nella presentazione nella massima assise cittadina, lo dissero a chiare lettere: questo regolamento è nato male e, se non corretto, creerà problemi. E così pare stia andando nel settore dei “Suoli Pubblici”. Un dispositivo ideato e voluto da una parte della sinistra radicale che ha vinto le ultime elezioni e che non ha mai nascosto di volere intervenire sul settore. Intento più che lodevole, salvo poi produrre un documento che, ancora oggi, dopo tre anni circa, sta creando delle situazioni talmente differenti dall’indirizzo iniziale da approdare in Consiglio segnalazioni da parte della stessa maggioranza.
Come emerso in questo ore, vista anche la posizione sotto gli occhi di tutti gli algheresi, sono stati segnalati i lavori per la veranda esterna del Cafferino. Il locale si trova a due passi dalla Casa del Caffè, già rivendita di fiori e poi gelateria, oggi bar con servizi per aperitivo e pranzo. Come accaduto già per altre attività, a fronte di una superficie di circa 30 metri quadri, è stato possibile realizzare un ampliamento superiore, nel caso specifico di 55 metri quadri. Eccessivo? No, almeno per il regolamento comunale targato Lampis che addirittura prevede la possibilità, per attività fuori dal Centro Storico, di arrivare fino ad una parte esterna di 100 metri quadri.
Una scelta, a posteriori totalmente errata e assurda, che può creare in diverse zone della città degli impatti estetici, e non solo, troppo esagerati. Ma, come in tutte le situazioni, occorre buon senso. Per questo, se nel caso del Cafferfino, a parte il momento di realizzazione dei lavori, dove la struttura appare troppo impattante, il limite è abbondantemente rispettato, in altri luoghi sarebbe opportuno normare, coi famosi “progetti d’insieme”, le varie richieste che giungono al Comune per occupare i vari suoli pubblici. Occorre maggiore linearità anche nelle indicazioni rispetto alle chiusura delle parti esterne. Alcune “tendaggi” in plastica, da normativa, non si potrebbe usare o dovrebbero essere maggiormente curati. Tutto, ovviamente, per evitare di vedere trasformate le attività in delle “casbah”.
Si è passati da una sorta di caccia alle streghe ad un occupazione che, per alcuni, è divenuta addirittura sconsiderata. Del resto, come detto, era necessario che il regolamento, una volta adottato, fosse modificato e adattato alle varie esigenze che si presentavano e, un particolare, viste anche le peculiarità di una cittadina come Alghero, sarebbe stato meglio normare (quasi) luogo per luogo. Discorso simile per la classificazione acustica e altre indicazioni. La Riviera del Corallo, compreso l’agro e le borgate, a un territorio assolutamente non omogeneo, perciò, pur se non facile e certamente faticoso, occorrerebbe svolgere un lavoro certosino per regolamentare le varie, differenti, situazioni. Altrimenti si creano delle distorsioni che, poi, difficilmente sono rimediabili.
Nella foto Alghero
S.I.