ALGHERO – Sette ex-sindaci uniti per Alghero. Un fatto inedito e mai visto. Ma non nel senso che riportiamo nell’attualità di questo periodo marziano, proprio l’opposto. Infatti è una fatto straordinariamente positivo che Salvatore Piccioni, Andrea Frulio, Salvatore Scognamillo, Alfonso A. Ibba, Antonio Baldino, Marco Tedde e Stefano Lubrano abbiano deciso di far sentire la loro voce unitaria per un motivo fondante rispetto alla storia di Alghero: la riapertura della sede della Generalitat. Ovvero la sede di rappresentanza del governo della Catalogna che è stato chiuso a seguito delle giuste proteste e richieste di indipendenza di Barcellona. Un legame con Alghero che, numeri alla mano, supera quello della città con l’appartenenza all’Italia. Per questo, ma poi anche per naturali vicinanze dei più giovani ad una grande città europea tra le più belle del Mondo con una spinta culturale, verso tutte le arti, sport e tecnologie, unica.
Per Alghero, anche questa, potrebbe diventare un’occasione persa. Forse la più deflagrante. Infatti, dopo gli storici legami, il gemellaggio con Tarragona e l’apertura della sede, sembra che tali rapporti si siano raffreddati e questo, non è un caso, coincide con il ritorno vicino alla regia di alcuni posti di comando di alcuni rappresentanti dell’area di sinistra. Gli stessi, nelle persone degli ex-sindaci Sechi e Loffredo, che, del resto, hanno disertato la conferenza stampa e non condiviso (e anzi criticato aspramente) l’iniziativa proprio per riaprire il “consolato” catalano ad Alghero.
Non è così per Tonino Baldino che, anzi, addirittura rincara la dose e, intervistato da Algheronews, ricorda che, nonostante proclami, annunci e slogan sulla cultura, l’ufficio linguistico del catalano-algherese è ancora chiuso. Discorso ancora più grave è l’assenza dell’insegnamento della nostra lingua nelle scuole. Una città, una comunità che non difende la propria cultura, le proprie radici, non può avere futuro, è (purtroppo) evidente.
Nella foto e video l’ex-sindaco di Alghero Tonino Baldino