ALGHERO – E’ di questi giorni la notizia della condanna (in primo grado) di Francesca Barracciu, già candidata alle primarie per la presidenza della Regione, ex-sottosegretario del Governo Renzi e eurodeputato, insomma una vera e propria leader del Partito Democratico. Un batosta: 4 anni di reclusione per peculato. Certo, ci sono ancora due gradi, ma per chi fa politica e dunque dovrebbe essere da esempio, soprattutto nel “maneggiare” i soldi pubblici, le aggravanti morali, e non solo, si moltiplicano.
Però, proprio nel caso della Barracciu, caso più unico che raro sono giunte, a tempo di record, le dimissioni dai vari incarichi. A partire dal “rinvio a giudizio”. Cosa che, oggi, neanche gli esponenti dei 5 Stelle fanno. Eppure la leader dem, decise di lasciare. “La Barracciu che rinuncia a candidarsi a Presidente della Regione perchè indagata per peculato è da apprezzare. Così come la Barracciu che si dimette da Sottosegretario di Stato un attimo dopo essere stata rinviata a giudizio per il medesimo reato. Atteggiamento inedito. Parafrasando l’opera buffa di Mozart: così non fan tutti. Compresi Sindaci e Presidenti di Regione”, è il consigliere regionale di Forza Italia, Marco Tedde, a commentare tali scelte.
Decisioni che non potranno non avere effetti, anche deflagranti, durante l’imminente campagna elettorale delle elezioni politiche quando, nella data del 13 febbraio, il Giudice (il Gup Cau) del Tribunale di Cagliari deciderà, o meno, sul rinvio a giudizio dei restanti 30 esponenti del centrosinistra. Tutto questo a ridosso delle elezioni. E’ evidente, come già scritto [Leggi], che in vista c’è un “terremoto politico” e che, soprattutto, il tema giudiziario terrà banco nei prossimi mesi, per politiche e non solo. Del resto, la stessa Barracciu, tramite anche sul legale (pure sul tema della prescrizione, per gli altri) lo ha già fatto intendere che non sarà possibile avere due pesi e due misure.
Nella foto un’udienza del processo alla Barracciu
S.I.