ALGHERO – Per tutto, o quasi, ad Alghero non si riesce quasi mai a fare fronte comune. Sarà nel dna, sarà la crisi (politica, sociale ed economica), sarà quel che sarà, fatto sta che nella sponda catalana d’Italia divisioni e invidie sono il pane quotidiano. Così anche per lo strumento urbanistico che norma l’aspetto idrografico del territorio, noto come Pai, che è propedeutico per l’approvazione del Pul e soprattutto del Puc. Ma, per adesso, serviva per poter “portare a casa” l’agognato “Piano della Bonifica” che non è nient’altro che una variante urbanistica del 1984 ancora in vigore.
Ieri il Consiglio, col voto indispensabile e favorevole dei due consiglieri del Partito Democratico, Mimmo Pirisi ed Enrico Daga (che vista l’assenza del numero legale, hanno di fatto “salvato” il provvedimento, ma anche il sindaco Bruno), ha dato il via libera al Piano d’Assetto Idrogeologico. Ma se da una parte l’agro esulta [Leggi], dall’altra, coloro che hanno i terreni a lungo il famigerato canale Urune, divenuto per pericolosità una sorta di Rio della Amazzoni, sono sul piede di guerra. Infatti i vincoli diventano molto stringenti fino a non poter fare più nulla, denunciano i residenti di questa porzione di agro. Istanze raccolte e segnalate ad Algheronews da Tiziana Lai del gruppo di lavoro del Comitato Zonale della Nurra che denuncia “come 500 famiglie e 150 partite iva che saranno messe in ginocchio perchè non potranno più fare attività”.
Nella foto il Consiglio Comunale di ieri sera (nella video intervista Tiziana Lai)
S.I.