ALGHERO – “Il consigliere comunale che pur trovandosi in evidente conflitto di interessi non si astiene dal partecipare alla discussione ed alla votazione, così causando l’illegittimità e l’annullamento, in via giudiziaria, del deliberato del consiglio, risponde del danno causato all’amministrazione, rimasta soccombente dinanzi al giudice amministrativo con condanna alle spese di giudizio. Questo il principio ribadito dalla Corte dei conti, sez. giur. Sardegna, con la sentenza n. 26 depositata il 7 marzo 2017″. E’ l’ex-consigliere comunale Pietro Bernardi, fu eletto con la lista civica dell’allora sindaco Stefano Lubrano, a portare all’attenzione della platea questa norma. [Leggi la normativa]
Ovviamente, non è un caso. E’ direttamente legato all’iter di approvazione degli strumenti urbanistici intrapreso dall’amministrazione Bruno e in particolare, per adesso, della “Variante della Bonifica”. La presa d’atto del Piano d’Assestamento idrografico, è stato il primo passo, ma già questo sarebbe viziato dalla presenza nel Consiglio Comunale, in fase di discussione e voto, di almeno tre consiglieri di maggioranza che avrebbero dei legami di parentela con proprietari di terreni all’interno dello strumento di pianificazione dell’agro.
Durante l’ultima seduta della massima assise cittadina con oggetto il Pai, lo spazio destinato al pubblico era affollato e nei corridoi non si parlava, quasi, d’altro ovvero del fatto che ci fossero almeno tre esponenti che non avrebbero dovuto partecipare al per legami di parentela con titolari di aree presenti nelle borgate. Questi sarebbero Mario Nonne, Elisabetta Boglioli e Franca Carta. Pietro Sartore, anch’esso con probabile conflitto d’interessi, non aveva partecipato al voto.
“L’obbligo di astensione trova regolamentazione, nel nostro ordinamento, oltre che nella recente legge n. 190/2012 (anticorruzione), anche nell’articolo 78 del Tuel il quale prevede, al comma 2, che “gli amministratori di cui all’articolo 77, comma 2, devono astenersi dal prendere parte alla discussione ed alla votazione di delibere riguardanti interessi propri o di loro parenti o affini sino al quarto grado”, cosi dal sito che riporta la normativa vigente. Questa situazione è già oggetto di attività di verifica dei residenti che si ritengono danneggiati dal Pai e anche dalle opposizioni. In particolare il gruppo e partito di Forza Italia ha già annunciato che “andrà avanti con ricorsi e rimandi in sede giudiziaria per impedire che venga perpetrata tale ingiustizia che vede una inaudita mancanza di rispetto verso le minime regole democratiche e di gestione del Consiglio Comunale e più in generale dell’Ente Pubblico”.
Nella foto il Consiglio Comunale
S.I.