ALGHERO – Questa mattina tutto il centro-destra unito per manifestare davanti all’ingresso dell’azienda agricola di Surigheddu. Protesta contro la volontà della Giunta Pigliaru di svendere il compendio al migliore offerente. A guidare la protesta, il consigliere regionale di Forza Italia, Marco Tedde che, sul tema, ha già prodotto diversi atti e interrogazioni volti a tutelare l’area di proprietà del Comune di Alghero.
Secondo Forza Italia, Lega, Psd’Az, Patto Civico, Ncd, Fdi, Azione Alghero e Udc si tratterebbe di una vera e propria vendita al buio secondo le norme codicistiche relative alla vendita dei beni pignorati, priva di strategia e di attenzione alle esigenze del territorio provinciale. Una vendita priva di un progetto di sviluppo e di coinvolgimento delle aziende e delle eccellenze del territorio, che fa il paio con la vendita al buio della società di gestione dell’aeroporto di Alghero la cui maggioranza azionaria è stata ceduta senza chiedere all’offerente F2I un piano di gestione analizzabile e valutabile in termine di ricadute per il territorio. Vendita che è stata posta all’attenzione della Procura della Repubblica per alcuni atteggiamenti equivoci preliminari e per successive dichiarazioni indizianti di esponenti del centro sinistra.
La coalizione protesta anche perché viene completamente calpestata l’Intesa istituzionale stipulata il 19 aprile 2007 tra l’allora sindaco di Alghero Tedde, il Presidente della Regione Soru, la Provincia di Sassari e i comuni dell’area di crisi di Sassari e Porto Torres. Intesa che, tra le altre cose, su richiesta dell’Amministrazione di centrodestra di Alghero prevedeva un utilizzo dell’area di Surigheddu a fini agricoli con contestuale inserimento di strutture ricettive a rotazione d’uso ed un centro benessere. Ma le forze del centro destra autonomista protestano anche perché viene disatteso l’importante studio redatto da Laore nel 2009, denominato “Idee guida Surigheddu-Mamuntanas – Sviluppo Integrato del Sistema Agricolo e Turistico”.
Un progetto molto interessante che, partendo dal presupposto della proprietà in capo alla Regione dell’azienda in agro di Alghero costituita da 1.166 ettari di terra fertile inutilizzati dal 1982, un bacino da circa 2 milioni di metri cubi d’acqua a carattere torrentizio, fabbricati storici del ‘900 per complessivi mq 18.200, una chiesetta del 1200 e tre nuraghi, prevedeva la realizzazione di un’area turistica ricettiva costituita da due strutture alberghiere a 4 e 5 stelle per complessivi 600 posti letto e piccoli resort che avrebbero dovuto consumare solo produzioni aziendali, campo da golf a 18 buche, strutture per il turismo equestre e trekking, mountain bike, canottaggio, calcio, tennis e piscine, con aree dedicate all’allevamento del cervo sardo e di bovini, ovicaprini e suini, oliveti, produzioni orticole, cerealicolo-foraggiere e zootecniche con un investimento complessivo di circa 55 milioni di euro e previsione di circa 300 occupati.
I manifestanti si chiedono se questo violento cambio di rotta, che annulla unilateralmente accordi e progetti condivisi, costituisca una presa di distanze dai progetti dell’allora Presidente Soru o la volontà di svendere a soggetti politicamente contigui. Ed invitano i sindaci di Alghero e Sassari e quelli della Rete Metropolitana a prendere posizione a tutela delle imprese di un territorio che possiede importanti realtà dell’agricoltura e dell’agroindustria, e riconosciute eccellenze a livello nazionale. La coalizione proseguirà nell’azione di contrasto a questa svendita scellerata, e preannuncia altre azioni a sostegno di una cessione e un uso del compendio basati su un progetto che contribuisca alla crescita del territorio.
Nella foto i rappresentanti di tutta la coalizione di centro-destra (assenti i Riformatori Sardi)
S.I.