Bandi Pif, caseario penalizzato

CAGLIARI – “Occorre rivedere il bando dei Progetti Integrati di Filiera (PIF) per consentire alle imprese cooperative del nord ovest della Sardegna di partecipare.” Ammonta a 36.2 mln di euro la dotazione del bando per la misura del Piano di Sviluppo Rurale della Sardegna destinata ai Progetti Integrati di Filiera (Pif). La misura, la cui mission è favorire l’aggregazione tra produzione primaria, trasformazione e commercializzazione, promuovendo così l’instaurarsi di meccanismi virtuosi in grado di dare valore aggiunto alle produzioni e, contemporaneamente, rafforzare il sistema economico delle aziende coinvolte, pone dei limiti dimensionali in termini di fatturato per le imprese che dovranno svolgere il ruolo di “capofila”, ovvero di coloro che si occuperanno di coordinare l’investimento all’interno dell’intera filiera.

“I PIF sono strumenti che in diverse regioni italiane stanno dando buoni risultati, ma purtroppo in Sardegna sono mal strutturati -denuncia il consigliere regionale di Forza Italia Marco Tedde-. Nel caso del settore “ovicaprino da latte” i limiti dimensionali vengono stabiliti in 10 mln di euro quale risultante della media del fatturato degli ultimi 3 anni, sulla scorta di parametri discrezionali individuati dalla RAS. Queste condizioni escludono dal finanziamento la gran parte delle aziende cooperative del nord ovest della Sardegna, il cui fatturato medio (5-7 mln di euro) è al di sotto dei limiti minimi previsti. Con pesanti ripercussioni sul tessuto economico agropastorale locale bisognoso, più di altri, di innovarsi, incrementare le forme di certificazioni di qualità e diversificare le produzioni al fine di conquistare nuovi mercati per affrontare l’annosa crisi del pecorino romano.” L’ex sindaco di Alghero ha depositato una interrogazione a Pigliaru sottolineando che simili sistemi cooperativistici sono radicati nel tessuto sociale, economico e anche culturale dei territori di riferimento, rappresentano un baluardo per la permanenza delle realtà insediative e produttive in aree spesso marginali della nostra Sardegna e un importante freno allo spopolamento.

“Limitandoci al comparto ovino da latte -attacca Tedde-, è evidente che il bando PIF si riferisce alle sole realtà produttive già leader del settore, che comunque meritano sostegno, abbandonando, di fatto, ad un incerto destino le altre che come detto debbono essere considerate importanti forme di presidio del territorio e anche esse meritano supporto nel loro percorso di crescita ed innovazione. Non ci piacciono le politiche agricole che tralasciano la moltitudine dei coraggiosi interpreti della nostra cultura agropastorale. Abbiamo il dovere morale e politico di tutelare le nostre eccellenze, ma tutte, a prescindere dai limiti dimensionali, e di impiegare quale discriminante la qualità in luogo della quantità”. Solo così le istituzioni potranno rappresentare per le nostre comunità locali un punto di riferimento per le politiche di sviluppo”.

“Per questi motivi, considerando anche la grande capienza dei fondi del Psr 2014-20120 (1.308 milioni) abbiamo chiesto a Pigliaru e a Caria di sospendere il bando e di ristrutturarlo dotandolo di plafond finanziario superiore, ponendo termini dimensionali di fatturato più prossimi alla realtà per consentire alle imprese cooperative del nord ovest Sardegna di partecipare non pregiudicando la possibilità di partecipazione delle aziende di più ampie dimensioni”, chiude Tedde.

Nella foto l’onorevole Marco Tedde

S.I.