ALGHERO – “Non si può pretendere di pagare un piatto di linguine ai ricci di mare e magari con aggiunta di crostini 10 o 12 euro”. Un’enunciazione che non può trovare tutti d’accordo. Anche se, chiunque, algheresi in primis, sono in testa tra quelli che vogliono avere tutto e prezzi ridicoli, se non gratis. Tra tutti il famoso “barattolo di polpa di riccio” che oramai, appena arriva la stagione invernale, pare spuntare in ogni dove.
Questo utilizzo sfrenato del “bogamari” non ha causato un depauperamento del prodotto, ma, come spiegato dall’assessore Ornella Piras durante la manifestazione organizzata dall’Istituto Alberghiero, proprio per valorizzare il pregiato echinoderma, ha contribuito ad implementare la pesca abusiva. Questo, secondo la delegata dell’amministrazione Bruno, ma è pensiero diffuso, è il vero problema. Ma, visto anche il tessuto economico flebile che trova sostentamento anche dalla vendita non in regola, è indispensabile trovare delle nuove forme utile ad arginare tale fenomeno. Pesca abusiva, a cui si aggiunge la portata esagerata di quella sportiva. Oramai, non solo col “bogamarì”, ma anche con tante altre specie, c’è una caccia continua da parte di quasi tutte le imbarcazioni parcheggiate al porto.
In questo modo, non solo si creano problemi ambientali per le varie tipologie, alcune anche a rischio, ma soprattutto si incide sul circuito virtuoso che potrebbe creare (e in passato era così) la vendita del pesce. Mentre assistiamo ai mercati vuoti e tramonti serali illuminati dalle imbarcazioni. Tante piccole grandi questioni, come quelle evidenziata in apertura del costo di quello che dovrebbe essere veramente “l’oro arancione” di Alghero, che devono vedere un intervento deciso e capace della politica. Partendo dalle Istituzioni locali fino ad arrivare alla Regione e oltre. Ma, anche questo, è uno dei compiti primari dell’arte di governare: risolvere i problemi.
Nella foto il dirigente dell’Ipsar Peretto e il docente Budruni. Nel video l’assessore Ornella Piras
S.I.