ALGHERO – Curata dalla Fondazione Alghero in collaborazione con il Centro Commerciale Naturale Al Centro Storico, inaugura sabato 12 Maggio alle ore 18.00 nelle sale espositive della Fondazione Alghero, la mostra multimediale itinerante della fotografa Anna Marceddu dal titolo Di Madre in Madre. Una galleria di immagini che catturano la trasmissione di pratiche e saperi appartenenti a un tempo ormai passato, ma che ancora sopravvive nella maestria di donne che hanno attraversato il ‘900.
Una mostra fotografica che propone spunti di riflessione e coinvolge, in una sintesi narrativa, il grande pubblico isolano e mediterraneo che affonda le proprie radici nel culto della Dea Madre. Un dialogo tra archeologia, antropologia e fotografia che intreccia i diversi aspetti della figura femminile. Scatti che coinvolgono l’osservatore suscitando emozioni e interrogativi sulla rappresentazione culturale della donna e sulla eredità di conoscenza che non si è dissolta nel tempo.
Lo studio condotto dalla fotografa Marceddu, con il sostegno della Fondazione Banco di Sardegna, è volto alla rivitalizzazione del mito del matriarcato per gli effetti che esso può ancora produrre, con un forte impatto nel raggiungimento della consapevolezza delle proprie radici culturali e di genere nelle donne e madri di oggi.
Partendo dalla frammentarietà del patrimonio artistico isolano legato al culto della Dea Madre e dell’elemento femminile, la mostra propone un punto di vista nuovo che utilizza la sfera dell’immagine e della comunicazione visiva come strumento di dialogo tra discipline differenti e le rappresentazioni tutt’ora esistenti della donna.
Il Matriarcato è un sistema sociale basato sulla certezza della genitorialità materna, in cui il potere politico-economico è appannaggio della madre più anziana della comunità e, per estensione, alle altre donne. Da qui il concetto di Matrilinearità, che identifica un sistema di discendenza in cui i figli ereditano la posizione sociale e il possesso dei beni dalla madre.
La fotografa Anna Marceddu ha intrapreso una ricerca iconografica di reperti archeologici e storici presenti nei musei sardi, che attestano il culto locale della Dea Madre e la trasmissione della cultura e del potere per via materna, intrecciandoli con ritratti di donne che hanno vissuto, o stanno vivendo, l’essenza del Matriarcato.
Una dimensione che ancora produce effetti sulle storie di vita e sul modo di rappresentarsi delle donne sarde. Un mito che viene esplorato, attraverso l’uso della fotografia, per la capacità che esso ha di mostrare le donne, la vita lavorativa e familiare.
Sguardi che rimandano alla forza e alla durezza della pietra scolpita come simbolo della vita e della generazione. Un fil rouge che unisce presente e passato, tessendo uno stretto rapporto tra la dimensione femminile all’interno della società e la sua rappresentazione. La mostra è visitabile fino al 27 maggio presso le Sale Espositive al II piano de Lo Quarter dal martedì al venerdì dalle ore 17 alle ore 20 mentre il sabato e la domenica dalle ore 10.30 alle ore 12.30 e dalle 17 alle 20.
Nella foto la locandina della mostra
S.I.