Villasimius, cuscini di alghe. Alghero?

ALGHERO – E’ sempre bello poter raccontare di processi virtuosi che vanno verso la soluzione di problemi più volte segnalati e, purtroppo, ancora irrisolti. Passaggio che vale, ad esempio, per l’annoso e divenuto grave problema della posidonia spiaggiata. In particolare per l’occupazione, oramai discarica a cielo aperto, nella zona tra San Giovanni e il Porto. Un angolo di litorale di particolare pregio dove si potrebbero ubicare attività ludico e ricreative e che invece è un ammasso di alghe putride.

E come Olbia ha tracciato la strada per lo smaltimento della posidonia andando a liberare già da inizio primavera di quest’anno le spiagge da questo ingombro, cosi, adesso, Villasimius indica la via per il riutilizzo tramite una ottima e fattiva sinergia tra diversi enti e in particolare grazie all’Area Marina Protetta di Capo Carbonara. Cuscini riempiti di posidonia, da posizionare nelle spiagge di Villasimius ad uso dei bagnanti. L’iniziativa “Sidonia”, unica in Sardegna, è dell’ente di riserva marina, in collaborazione con Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile), nell’ambito del progetto Stratus per la gestione e valorizzazione di località turistiche costiere in tre aree pilota: Sardegna, Liguria, Provenza-Alpi-Costa Azzurra.

Una delle attività previste è la gestione sostenibile della posidonia spiaggiata, al fine di rendere fruibile il litorale e nel contempo valorizzare questa risorsa naturale così importante. Alla fine della stagione estiva, la posidonia sarà restituita alla spiaggia. I 40 cuscini realizzati, delle dimensioni di 1m x 1m, sono rivestiti in polipropilene e vengono distribuiti agli stabilimenti balneari di Villasimius delle strutture insignite del marchio Stratus, che ne certifica l’impegno a proteggere l’ambiente: Porto Giunco, chiosco Notteri, Pullman Timi Ama, Hotel Fiori di maggio, Hotel Cormoran e Hotel Simius Playa.

E ora spetta ad Alghero, dove il problema è molto più presente e impattante, almeno “copiare” rispetto a quanto fatto da altri Comuni in Sardegna e pure sul territorio nazionale. Ciò al fine di evitare che anche la prossima stagione turistica, in particolare per l’esercizio delle attività balneari, settore importante per l’economia locale, venga compromessa dalla massiccia e dilatata (fino addirittura a estate inoltrata) presenza di alghe lungo tutto l’arenile.

Nella foto il recupero delle alghe per realizzare i cuscini

S.I.