ALGHERO – “Nei giorni scorsi il Consiglio comunale ha assunto una delibera di indirizzo riguardo la destinazione del Centro Residenziale Regionale per Anziani, scelta a nostro parere frettolosa e comunque travagliata, considerato che al momento della votazione hanno abbandonato l’aula il presidente del Consiglio comunale Matteo Tedde e il capogruppo della lista del sindaco Pietro Sartore, oltre a tutti gruppi di opposizione”. Cosi Sardenya i Llibertat, movimento guidato dall’ex-sindaco Carlo Sechi che, insieme ai consiglieri Matteo Tedde e Giusy Piccone, fa parte di Campo Progressista, sulla scelta del Cra da parte di 10 consiglieri di maggioranza.
“Fin da subito associazioni, partiti politici, singoli cittadini, alcuni ospiti e loro familiari, Sardenya i Llibertat tra questi, si sono espressi con chiarezza, e continuano a farlo anche in questi giorni, a difesa del recupero strutturale e funzionale del C.R.R.A., peraltro avanzando proposte migliorative, a ragione di una realtà sociale particolarmente cara agli algheresi. Occorre considerare che gli anziani vivono con grande disagio gli spostamenti dai luoghi abituali”.
“Ciò che stupisce è invece lo stato di prolungata incuria che ha portato a un progressivo decadimento della struttura e a una ridotta funzionalità del servizio derivante anche dall’inopportuna presenza di uffici comunali, i quali con maggiore razionalità si sarebbero dovuti ubicare in immobili comunali concessi improvvidamente a terzi, quasi sempre a titolo gratuito. Purtroppo gli attuali amministratori hanno fatto prevalere il calcolo economico e una ipotetica modernità rispetto al prestigio derivante dalla storicità, funzionalità e posizione della struttura di viale della Resistenza, trascurandola nonostante eventi precursori suggerissero una maggiore vigilanza (v. impraticabilità della cappella)”.
“Anche se ora l’Amministrazione comunale ha riconsiderato la propria posizione iniziale, sarebbe bene ricordare che in passato casi di alienazione di beni appartenenti al patrimonio comunale hanno sollevato forti contrapposizioni e accesi dibattiti, come il pretestuoso abbandono dell’asilo di via Cagliari e della palestra di via Mazzini. Un caso di singolare è quello rappresentato dalla chiusura del mercato della frutta e verdura, perciò bene demaniale, struttura comunale ritenuta inadeguata alla vendita dei prodotti della terra ma riconvertito di fatto in spazio espositivo e per eventi vari, mentre nel mercato accanto le condizioni di degrado sono palpabili, con notevole disagio di operatori e della clientela”.
A queste considerazioni ampiamente diffuse tra la cittadinanza algherese, dettate soprattuto dal buon senso, ne seguono altre fondamentali a favore del recupero, ampliamento e ammodernamento funzionale del C.R.R.A. di Calabona, inserito in una delle aree panoramiche più pregiate del territorio di Alghero. Con la L.R. 4 del 1988, sul riordino delle funzioni socio-assistenziali, sono stati trasferiti ai comuni beni, funzioni, personale e risorse per il funzionamento dei Centri residenziali per anziani, con la convinta adesione dei comuni stessi, Alghero e Iglesias tra i primi.
“Le successive norme approvate dalla Regione hanno confermato la scelta di mantenere funzione e destinazione d’uso dei C.R.A., con la possibilità di ampliarne in maniera modulare la capienza, incrementare i servizi e realizzare servizi di lungodegenza, previa autorizzazione del servizio sanitario. Nel marzo del 2017 il consigliere comunale Alessandro Nasone propose saggiamente una ristrutturazione complessiva della struttura, in grado di migliorarne la funzionalità e la qualità dei servizi offerti, con la trasformazione del C.R.A. in Residenza Sanitaria Assistita e hospice, proposta ribadita e integrata da Paola Correddu in un recente intervento”.
“Precisiamo che per ottenere il cambio di destinazione d’uso occorre l’autorizzazione della Regione, mentre ricordiamo che qualsiasi altro intervento dovrà ottenere il nullaosta della Soprintendenza e il parere dell’Ufficio tutela del paesaggio. Ci chiediamo quanti in Italia siano gli edifici pubblici, scuole, sedi di Università, ospedali, luoghi di culto, uffici pubblici, etc., che hanno salvato storicità e monumentalità del manufatto senza rinunciare all’efficiente e funzionale modernità, ottenute mediante un sapiente ed intelligente recupero.
La scelta di rinunciare al dibattito e al confronto pubblico sul merito della questione evidenzia una sostanziale debolezza delle argomentazioni esposte. Il risultato della votazione in Consiglio comunale ne è la riprova. A noi di Sardenya i Llibertat rimane una profonda delusione, ciononostante continueremo ad avanzare le nostre proposte ad esclusivo vantaggio della collettività, nella nostra azione di difesa delle ragioni dei più deboli e a vigilare con la solita attenzione sull’operato degli amministratori.