ALGHERO – “Rinasce ad Alghero il “Parco Maria Pia”, ricompreso tra la fascia costiera pinetata, la Laguna del Calich e Fertilia. In questi giorni gli operai del servizio ambiente e manutenzioni che curano il verde hanno portato avanti un’imponente intervento di potatura, sfalcio e pulizia complessiva, mentre con l’Alghero in House s’interverrà nella sistemazione delle tribune, delle aiuole e servizi, per passare gradualmente alla riqualificazione dei campi da gioco. L’obbiettivo dell’Amministrazione è quello di restituire alla città, già dal periodo estivo, un luogo strategico e polifunzionale per la realizzazione di mostre, manifestazioni musicali, enogastronomiche e di spettacolo”. Così si apriva il comunicato stampa dell’Amministrazione Bruno dei primi di marzo di quest’anno [Leggi]. Una comunicazione che non poteva che fare piacere e pure creare qualche auspicio su una definitiva rinascita dell’intero polo con a capo il cosi detto “Palazzo dei Congressi”.
Addirittura intitolato a Martino Lorettu. Dieci anni fa ci fu pure una cerimonia inaugurale con tanto di concerto davanti alle massime autorità civili e militare. Ma neanche il tempo di fare le pulizie per questo, unico, evento, che si spense la luce. A parte la brillante e straordinaria stagione di concerti nello spazio esterno dell’Anfiteatro, c’è stato solo abbandono e degrado. Fino a questa primavera che, come introdotto, l’attuale compagine governativa annunciò di intervenire. Ma, come spesso accaduto in questo ultimo periodo, anche quello si è rivelato solo un proclama. Le motivazioni non sono note, ma probabile si tratti dei soliti problemi burocratici o magari di altre scelte in capo agli assessorati competenti.
Fatto sta che oggi la condizione è disarmante. Gli spazi al pian terreno della mega-struttura sono usati come una sorta di sgabuzzino e dunque fanno capolino, da una parte, materiale derivante dal Centro Anziani (doghe dei letti, carrozzine, cuscini, materassi, arredi, etc), d’altra sedie e scrivanie degli uffici, cataste di depliant promozionali, qualche lyer per i palchi e altre strutture metalliche sempre per quelli che un tempo erano gli spettacoli che si svolgevano come Festivalguer. Negli altri piani, a parte l’evidente incuria, resiste ancora il teatro interno che è composto da due parti per manifestazioni con capienze diverse; poi il resto, con tanti stanzoni abbandonati in una delle maggiori area di pregio della Sardegna.
Senza considerare la parte esterna. Oltre l’Anfiteatro, un tempo, come detto, luogo di musica e divertimento e dunque turismo, oggi è un deposito di rifiuti sparsi qua e la, parcheggio per chi si reca al mare nel litorale antistante e poco altro. Campi da calcetto e tennis in totale abbandono; ma ciò che più lascia perplessi è che anche i lavori sostenuti dalle casse pubbliche, dunque dagli algheresi, della scorsa primavera per mettere in ordine l’area e renderla fruibile, è nuovamente una impraticabile “savana”. La recente comunicazione della manifestazione d’interesse può essere un primo piccolo passo, ma è troppo poco, visti gli anni trascorsi.
Salta subito in mente cosa sarebbe potuto essere per Alghero se questa intera area avesse avuto lo sviluppo auspicato e previsto: qualche strutture ricettiva, campi da calcetto, tennis e basket, verde, servizi, parcheggi, area per divertimento con parco giochi e zona concerti, ristoranti e bar, etc. Pulizia, decoro e soprattutto posti di lavoro. E soprattutto se quello che doveva essere un “Palazzo dei Congressi” lo fosse veramente diventato. O chissà, magari, qualcos’altro: un casinò, un grosso centro commerciale con le eccellenze dell’enogastronomia del territorio, un hotel o qualsiasi altre cosa, tranne un rudere decadente. Invece, oggi, oramai, anzi, da troppo tempo, come anche scritto più volte, questo è un, anzi, il simbolo dell’incapacità gestionale del territorio. Non solo politica, è evidente, ma più in generale di chi non ha voluto fare scelte. Anche difficili, pure tranchant, ma certamente utili per (ri)dare dignità ad una comunità che oramai sembra destinata ad accontentarsi del minimo, quando invece le possibilità e dunque potenzialità sono immense e molte, ancora, da attuare.
Nella galleria fotografica la condizione di oggi del cosi detto “Palazzo dei Congressi”
S.I.