ALGHERO – Il Sindaco Bruno non ci sta e piuttosto piccato replica alla lettera di Tonino Baldino, già Primo Cittadino di Alghero a fine anni ’90 e oggi attivo con associazionismo e Diocesi. La missiva di quest’ultimo sottolineava la condizione critica ad Alghero con i numeri preoccupanti della disoccupazione, in particolare quella giovanile e inoltre veniva sottolineata la critica di realizzare un concerto al Cimitero di Jazzalguer (in realtà già spostato alla Cattedrale). A queste critiche replica Mario Bruno con la lettera che pubblichiamo integralmente.
Egregio Sig. Antonio Baldino,
già sindaco di Alghero,
ho letto la lettera aperta che mi ha gentilmente inviato la sera prima della festa di tutti i Santi, dal titolo: “quando non si sa più come spendere il denaro pubblico, allora si finisce per fare i concerti nei Cimiteri”.
Voglio subito rassicurarla: per “JazzAlguer” il Comune di Alghero non spende neanche un euro, essendo la rassegna ideata e diretta da Paolo Fresu, finanziata da Fondazione di Sardegna, Camera di Commercio, Sella&Mosca, Gruppo Unipol. Nessuna spendita di denaro pubblico, dunque. Sarebbe bastata una telefonata per informarsi, avrebbe risparmiato tempo, inchiostro e brutte figure.
Lei si indigna inoltre perché “luoghi di silenzio, di incontro con i propri cari, di meditazione e di riflessione, vengono oltraggiati dalla insensibilità di una cultura che vuole, ad ogni costo, farsi di spettacolo e di svago sottovalutando invece che in ogni essere umano rimangono sempre sacri ed importanti i luoghi del tacere”. Ecco, appunto, resti nei luoghi del tacere, sacri per chi ignora i fatti: il concerto previsto per il 2 novembre al Camposanto (che per ragioni atmosferiche verrà invece tenuto in Cattedrale, con ingresso libero, inizio alle ore 18.15) è esclusivamente di musica sacra, con repertorio di Bach, eseguita da uno dei più bravi violoncellisti al mondo.
Infine, dall’alto della sua autorevolezza, Lei chiede di devolvere le risorse spese per i concerti jazz a favore dei giovani della città, al fine di invertire il declino. Nel ribadire che la rassegna JazzAlguer non costa un euro alle casse comunali, perché è stata realizzata dall’amministrazione una operazione di ricerca di risorse private al fine di posizionare Alghero tra le città della musica, delle arti e della cultura, in tutti i mesi dell’anno, specie quelli non estivi, con attrattivita’ turistica e ricadute positive di immagine a livello internazionale, La informo invece che ingenti risorse sono state spese proprio per le politiche giovanili che lei richiama. Le faccio alcuni esempi: il progetto “MediterranEU” con nascita di un centro permanente per le imprese a Tramariglio: cultura e creazione d’impresa, formazione, elaborazione di idee e progetti, per giovani del territorio in collaborazione con altri giovani del mediterraneo. Le iscrizioni sono in corso. È un progetto fortemente voluto dalla consulta giovanile (istituita con la nostra Amministrazione), finanziato dalla Fondazione Terzo Pilastro di Roma, in collaborazione con Rumundu e Rondine, cittadella della pace di Arezzo.
Ma potrei citare la nascita degli sportelli lavoro e impresa con sede in via Michelangelo per accompagnare i giovani verso il mondo del lavoro e incrociare domanda e offerta, oppure il progetto “comune amico della famiglia”, di cui siamo capofila in Italia, con particolare attenzione al mondo giovanile e ai temi dell’educazione e dell’adolescenza.
Potrei continuare con i progetti già finanziati all’ex Cotonificio o, a breve, all’ex circolo dei Marinai che stimoleranno il saper fare dei giovani e la loro coesione sociale. Oppure, le borse di studio già finanziate per il progetto Intercultura.
Ma che c’entra tutto questo con il concerto di musica sacra al Camposanto? Siamo in molti a chiedercelo. Molte persone anche abbastanza adulte da ricordare chi ha fatto smantellare i giochi a Sant’Agostino o ha permesso di abbattere una palestra in pieno centro della città per fare seconde case.
Questo per dirle, caro Professore, che la meditazione serve prima di scrivere, non solo al cimitero, e che a volte il silenzio è d’oro. Quello si, non fa rumore, e non fa perdere tempo in risposte a lettere aperte che rischiano di indignare chi le riceve soprattutto se scritte con superficialità, pressappochismo e scarsa informazione, che mal si addicono a chi svolge ruoli attuali all’interno della Diocesi e a chi ha svolto ruoli importanti in città.
Con viva Cordialità
Mario Bruno