ALGHERO – Esplode la rabbia dei balneari in Consiglio Comunale. La questione è approdata nella massima assise cittadina, nella serata di ieri, grazie alla richiesta delle opposizioni e in particolare del Centrodestra tramite la redazione di un ordine de giorno con primo firmatario Nunzio Camerada. Ad aprire le discussione il Sindaco Mario Bruno che ha illustrato la normativa e gli ultimi aggiornamenti compresa la tappa a Cagliari per verificare ancora sulla materia. Dalle sue parole sono emerse le tre opzioni possibili sulla posidonia: lasciarla in loco, vagliarla e creare nuovo sito di stock e portarla via senza alcun riposizionamento. Come già detto, tutto ruoto su quest’ultima parola che, come confermato da Bruno, non trova, per scelta politica, d’accordo l’Amministrazione. Infatti il conferimento in discarica avrebbe dei costi elevati e soprattutto non risponderebbe a dei dettami di tutela ambientale per cui, nonostante anche l’assessore Selva l’abbia ripetuto nella seduta di ieri, alla vagliatura e pulizia di una parte non potrà mai corrispondere quello che chiedono tutti, balneari, cittadini e turisti, ovvero eliminare tutta la posidonia che da anni è posizionata nell’intero litorale di San Giovanni, mentre ovviamente non andrebbe toccata quella “fresca” che ricopre la battigia e porta dei chiari benefici alle spiagge perchè, appunto, non crea delle barriere come fatto in maniere maldestra in questi mesi dai lavori messi atto dall’Amministrazione.
Per ritornare alla seduta di ieri, tra i banchi del pubblico, erano presenti i balneari. Dopo la parole del Sindaco si è aperta la discussione. Da ricordare che, nonostante fosse fissata da settimane una delibera urbanistica per il Centro Matrice del Centro Storico e Fertilia, era stato deciso di votare il referendum sulla 4 corsie. Passaggio giudicato da tutti inutile e dispendioso. Vista la richiesta del Centrodestra, però, si è aperto, come detto, sulla grave condizione delle spiagge. A prendere la parola per primo tra i consiglieri, Nunzio Camerada di Forza Italia-Alghero che, a gran voce, ha chiesto spiegazioni immediate e chiare su quanto sta avvenendo sui lavori che hanno visto già una denuncia alla Procura per “disastro ambientale” da parte di Mauro Pili. Camerada ha ribadito la necessità di fermare subito questi interventi che “stanno distruggendo l’arenile e non stanno risolvendo il problema della tutela degli arenili”.
Subito, però, è arrivato un stop dal presidente del Consiglio. Infatti il nervosismo è cresciuto quando il consigliere di Centrodestra Emiliano Piras ha deciso di portare in Aula una cassetta con il materiale inquinante presente tra le montagne di alghe che sono state portate via dal sito storico di stock e riposizionate nel litorale. Matteo Tedde ha detto che se non “veniva tolta quella cassetta, non avrebbe ripreso i lavori”. Momenti di tensione, ma poi si è ripreso coi lavori. A parlare Monica Pulina che, ricordando la normativa vigente, ha criticato fortemente l’operato dell’Amministrazione. A seguire ha preso la parola l’Amministrazione e tramite il tecnico dell’Ufficio Ambiente, l’ex-assessore della Giunta Lubrano, Massimo Canu, ha illustrato e difeso gli interventi della ditta incaricata e dunque le varie scelte sul tema della posidonia.
Mugugni tra il pubblico fino al punto pure di qualche nuovo altro momento di tensione. Ma poi si è ripreso con l’intervento dell’assessore Selva che, oltre descrivere le azioni realizzate dall’amministrazione ricordando quanto speso, in termini di energie e impegno, riguardo i litorali, non ha resistito a fare qualche punzecchiatura verso i balneari ribadendo che tutto è stato fatto in maniera corretta e giusta e attaccando le giunte passate sulla gestione del problema. Dopo qualche minuto dal suo intervento, si è scatenato il putiferio. Urla e voci dai balneari contro i banchi della Giunta con gli stessi imprenditori che poi hanno lasciato in massa l’Aula. Poche volte si è visto in Consiglio una situazione del genere e quasi fuori controllo che è stata riportata alla calma grazie anche all’intervento dal personale presente della Polizia Municipale.
A quel punto i nervi erano a fior di pelle. Camerada, vedendo la situazione e registrando il solito problema della maggioranza della mancanza di consiglieri, ha chiesto la verifica del numero legale, che in quel momento non c’era. Ma è giunto Enrico Daga, che si era spostato per altri impegni, è ritornato facendo in modo che la maggioranza ritornasse ad essere in 13. Nel frattempo la tensione non si è placata e alcuni consiglieri sono arrivati allo scontro verbale con pure troppe esagerate e fuori luogo critiche, almeno dei termini utilizzati, nei confronti di Monica Pulina. Tant’è, questa la situazione quando approdano in Consiglio i problemi reali e non quelli virtuali del pianeta Marte.
Dopo qualche altro momento di contrasto, con ancora una donna presa di mira, questa volta Donatella Marino per il suo posizionamento negli schemi dei gruppi consiliari, il Consiglio è ripreso con gli interventi di Emiliano Piras, che ha fatto la proposta di utilizzare una parte della tassa di soggiorno per la pulizia delle spiagge e smaltimento in discarica o altri siti della posidonia, e poi hanno preso la parola Roberto Ferrara e Donatella Marino e ancora i rappresentanti dell’amministrazione e il Sindaco. Pare che qualcuno abbia parlato di un “complotto” tra balneari, media presenti e parte dell’opposizione. Bene, sarebbe meglio sottolineare, che l’unico complotto esistente, se mai ce ne fosse uno, sarebbe quello contro questa città, balneari compresi, che sta soffrendo come non mai una condizione di criticità mai vista compresa quella di quasi totale assenza di democraticità nel dibattito e nelle relazioni tra media e potere. Anche perchè, come accade in tutti i comuni, anche Alghero, avrebbe dovuto vedere le riprese integrali di tutte le sedute del Consiglio Comunale tramite bando realizzato dall’Amministrazione ad inizio mandato e non lamentarsi se qualche media segue parzialmente le sedute. Siamo al paradosso che bene, ancora per poco, rappresenta questo periodo sociale e politico.
Nella foto il Consiglio e nel video i momenti di tensione con lo stop ai lavori prima dell’abbandono dei balneri
S.I.