ALGHERO – Le hanno provate tutte, prime di giungere alle “carte bollate”. Ma niente, non si sono sentiti ascoltati. Balneari e algheresi che li sostengono in quello che può essere chiamato un comitato o gruppo d’azione “Spiagge pulite sempre” sono dunque passati alla maniera forti, ma sempre dentro l’ambito della civile contesa.
Dopo le proteste clamore inscenate a San Giovanni con anche il blocco dei mezzi dell’azienda incaricata dall’assessorato all’Ambiente per realizzare la movimentazione dell’arenile, ci sono state altre azioni, incontri, riunioni e prese di posizione sia dell’Amministrazione che delle opposizioni che, tutte (Centrodestra e 5 Stelle) hanno sostenuto la battaglia dei balneari che, come detto, è alla fine approdata in una formale diffida agli apparati governativi locali. In sintesi, rispetto ad una corposa documentazione di quasi 50 pagine, completa di foto, video, dichiarazioni ufficiali e altre carpite da scambi tra istituzioni e privati, si chiede quanto ribadito dal primo giorno ovvero la totale eliminazione dei siti di stoccaggio di San Giovanni, Maria Pia e Fertilia, ma prima, ovviamente, il blocco immediato delle operazioni di riposizionamento di quella che è definito rifiuto, alla luce anche delle tante evidenze, e non (più) posidonia spiaggiata.
Tramite l’avvocato romano Cianciulli sono tredici balneari a firmare l’atto che precede una formale denuncia dove viene messa in evidenza anche “una cattiva gestione della pulizia degli arenili, minacciando una richiesta di risarcimento dei danni patiti in caso di mancato accoglimento delle richieste e dell’individuazione di un altro sito di stoccaggio” lontano dalle spiagge. Il danno maggiore viene creato, com’è evidente, dallo “ri-spiaggiamento delle posidonie”.
E’ evidente a tutti, anche ad un bambino, tranne che a qualche talebano dell’ambiente, che un conto è la posidonia fresca e appena spiaggiata, che non deve essere toccata in quanto subisce la naturale azione delle mareggiate, altro è quella stoccata ricolma di sporcizia e totalmente inquinante. In totale sono otto le richieste dei balneari, resta in primo piano anche il ripascimento dell’area tra l’ospedale Marino e Maria Pia dove le maree stanno erodendo larga parte dell’arenile nel silenzio generale. Azioni, insomma, non più rinviabili e non solo per l’incombenza di un’altra denuncia.
Un’altra, perché, l’altra notizia è che Roberto Sarzi Maddini, algherese d’adozione, ha provveduto ad inoltrare formale denuncia con tramite esposto alla Procura di Sassari riguardante “la gestione della posidonia spiaggiata sull’arenile di Alghero. In ottemperanza alla Det. Reg. n° 942 del 7 aprile 2008 (all.1), il Comune di Alghero nel 2008 ha disposto la realizzazione di un’area di “contenimento” in luogo denominato San Giovanni. “Tale Determinazione, all’art.2, com. 6 precisa l’obbligo di assicurarne l’aereazione per evitare la formazione di cattivi odori prodotti spontaneamente dell’eccessivo accumulo. Mentre, il com.7 stabilisce l’incompatibilità tra, gli accumuli di posidonia in putrefazione e la frequentazione di bagnanti sulla spiaggia. Fu cosi stabilito in modo inequivocabile, che, la posidonia spiaggiata “deve” essere rimossa “permanentemente” quando si è in presenza di ambiti balneari frequentati da persone”. Un atto, quello di Sarzi Maddini, che evidenzia, come riportato in questi anni da alcuni media e da alcune parti politiche, che quella di San Giovanni, cosi come le altre (Maria Pia e Fertilia) sono di fatto delle “discariche a cielo” che hanno procurato degli evidenti danni e che devono, o meglio dovevano già, essere eliminate e bonificate da anni.
Nella foto l’area di stoccaggio di San Giovanni
S.I.