ALGHERO – Non c’è pace per Alghero. Sembra che questa città sia condannata, da qualche anno, ad essere, suo malgrado, al centro della polemica, politica e non solo. Sempre e forzatamente in “prima pagina”, suo malgrado. Chiusura dell’anno, a parte i due giorni di festeggiamenti che hanno riportato alla luce l’Alghero di qualche anno fa, tragica come di più non lo poteva essere. Ma prima, ancora, raccolte firme, risse sfiorate e tanta tanta fumosità utile solo a riempire i giornali, vari media e, purtroppo, alimentare polemiche inutili se non ad aumentare le frizioni in una comunità che non ha per niente bisogno di tutto questo superfluo.
Il femminicidio di Natale resterà, purtroppo, nella storia della cronaca di Alghero. Per questo sarebbe il caso, anche per il rispetto dei parenti e amici della vittima e sopratutto dei figli, calare definitivamente il sipario. Invece è diventato, anch’esso, tema di discussione perfino politica con paginoni e paginoni. Il fatto è gravissimo, ma non è che sviscerando gli accadimenti, retroscena e altro, perfino gossip, si supera una devastante condizione sociale fatta anche di disoccupazione record, diffusa ludopatia, mancanza del rispetto della donna e tanto altro ancora. Terreno fertile dove possono germogliare delitti immondi come quello del 23 dicembre nel quartiere di Sant’Agostino.
Alghero ha bisogno serenità e di un definitivo periodo di rilancio economico e dunque sociale basato su interventi strutturali decisi e tangibili e non basati su annunci e parole che poi, ovviamente, si scontrano col dramma della realtà. E non di azioni che per taluni (giudizio bipartisan) sono perfino giudicabili in maniera esecrabile. Chi ha ruoli istituzionali e di rappresentanza ha maggiori responsabilità e deve sentirle tutte sulle sue spalle e avere la maturità affinchè non si scada oltre e si faccia tesoro degli errori di questi anni. Tutti compresi.
Nella foto Alghero
S.I.