CAGLIARI – Continuano le trattative sul prezzo di acconto del latte e sulle griglie che rappresenteranno lo strumento condiviso a cui fare riferimento per legare la remunerazione del latte a quella del formaggio.
Anche oggi le parti della filiera riunite in prefettura a Sassari non hanno trovato l’accordo, ne sul prezzo di acconto ne tantomeno sulle griglie. Alcuni passi avanti però si registrano su altri punti che diverranno fondamentali per la programmazione del settore.
Il tavolo si è aperto con la condanna unanime dell’episodio gravissimo avvenuto questa mattina nei pressi di Nule. L’obiettivo del tavolo del latte, aggiornato al pomeriggio del 7 marzo prossimo, parte dal presupposto che si vogliono dare delle risposte all’emergenza prezzo latte ma si vogliono anche mettere le basi per una riforma strutturale.
Sei i punti che alla fine sono stati condivisi. Il più importante dei quali è quello di fissare un prezzo minimo al Pecorino romano che non potrà essere venduto sotto i 6 euro al kg. Il sistema di pagamento sarà per l’annata in corso uguale tra cooperative e industrie private a partire dai mesi di febbraio e marzo (da stabilire ancora di quanto sarà l’acconto).
A cominciare da aprile si farà una verifica mensile dei prezzi delle Dop ai quali sarà adeguato il prezzo di acconto del latte. Il conguaglio si stabilirà a novembre e sarà dato dalla media del costo di vendita dei tre pecorini Dop dal mese di novembre 2018 al mese di ottobre 2019. Ancora però non si è trovato l’accordo su quali saranno le griglie a cui tutti dovranno fare riferimento. Insomma si sta cercando di creare una griglia oggettiva in base alla quale al costo di vendita x delle tre Dop corrisponde un prezzo y del latte.
Altri punti in cui si è trovato l’accordo è la reale funzionalità dell’Oilos, la creazione di una filiera del comparto ovicaprino tra produttori, trasformatori e commercializzatori sull’esempio di quelli già in atto nelle regioni Emilia Romagna, Toscana e Lombardia; la programmazione delle quote di formaggio e latte e le penalità per chi non le rispetta; una ridefinizione delle quote di assegnazione delle quote di produzione delle Dop, dando la possibilità ai pastori di poter vendere il proprio latte a diverse strutture di trasformazione.
“Abbiamo fatto dei passi avanti su alcuni punti importanti– spiega il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu – ma su quelli cruciali (prezzo di acconto e griglie) non si è ancora trovato l’accordo. La discussione è aperta cosi come rimane ferma la posizione dei produttori su un prezzo di acconto che paghi almeno i costi di produzione e sulla definizione di una griglia che tuteli i pastori nel momento in cui mensilmente e a fine annata si deve definire il prezzo del latte”.
S.I.