ALGHERO – “L’agricoltura è un tema di cui spesso ci si dimentica, sia durante le campagne elettorali che durante i mandati amministrativi, proprio come è accaduto nell’ultimo quinquennio al di là delle solite azioni di facciata. Eppure è un settore, quello agricolo strettamente inteso e quello dei servizi/prodotti ad esso collegato, che è – o dovrebbe essere – il traino dell’economia algherese, al pari del comparto turistico.
Alghero – per storia, territorio e competenze nel settore – è da sempre una città a vocazione agricola, centro di produzione di eccellenze riconosciute come tali a livello mondiale (basti pensare all’olio e al vino) ed è per questo che, a mio parere, si dovrebbe investire ancor di più sul settore agricolo, soprattutto attraverso la valorizzazione dei prodotti locali. Non solo olio e vino, Alghero è in grado di produrre eccellenze un po’ in tutto: dalle fragole alle colture ortive, fino ad arrivare a colture più particolari quali lo zafferano. Perché non lavorare per arrivare alla creazione di un marchio che – come è stato fatto per il corallo – evidenzi, certifichi, promuova i prodotti agroalimentari? C’è bisogno di una continua valorizzazione e promozione, sia verso i consumatori locali sia verso i mercati nazionali e internazionali: la creazione di un marchio, la creazione di uno o più consorzi fra produttori darebbe la forza necessaria, la spinta, per poter promuovere i prodotti, essere più forti sul mercato e quindi vendere, creare reddito, economia. I prodotti algheresi non sono inferiori a quelli che si trovano nei supermercati, semmai il contrario: attraverso una continua e costante promozione, si dovrebbe creare un circuito attraverso il quale il prodotto venga venduto nei locali algheresi, dando sia al titolare del locale che – e soprattutto – agli avventori una garanzia di qualità, freschezza (il tanto pubblicizzato KM 0) e creando reddito per chi lavora nel mondo agricolo.
Perché spesso quando si parla di agricoltura ci si dimentica che non si tratta solo di coltivazione della terra ma anche di altri aspetti: economico, sociale, occupazionale, ambientale, turistico. C’è una grande riscoperta, ora, del turismo rurale e degli agriturismi, erroneamente equiparati – dall’amministrazione attualmente in carica – a delle strutture alberghiere per ciò che riguarda il pagamento dei tributi, col rischio di mettere in ginocchio le aziende stesse; con l’agricoltura si crea occupazione, si creano opportunità per i giovani in una città dove il tasso di disoccupazione è assai elevato; si tutela l’ambiente in quanto i primi custodi sono proprio coloro che dalla terra ricavano e producono; si crea anche economia, dall’agricoltura.
In una zona come quella di Alghero, non occuparsi di agricoltura vuol dire non occuparsi di tutto l’agro, delle borgate, delle migliaia di persone e aziende che di agricoltura vivono. Ed infatti ciò è avvenuto: dalla stesura del PAI alla manutenzione anche solo ordinaria, sembra che le borgate (da Santa Maria la Palma a Guardia Grande, da Maristella a Corea) siano state territori non rientranti nel comprensorio algherese nell’ultimo quinquennio, se non adesso che si è in campagna elettorale. In questo caso agricoltura è sinonimo di rispetto delle persone, tradizioni, cultura; è sinonimo di “rinascita” per le borgate algheresi; può e deve essere un mezzo per ripopolare l’agro, attraverso la creazione di posti di lavoro, per far sì che i giovani non siano costretti a dover andare via. Ed è per questo che, credo, l’agricoltura deve essere considerata – al pari del turismo – come l’elemento trainante dell’economia algherese: per far ciò è necessaria la creazione di uno sportello per aiutare gli operatori agricoli nel disbrigo di pratiche o favorire accesso a finanziamenti, di maggior dialogo (o meglio di UN dialogo) fra amministrazione e operatori, collaborazione fra amministrazione e le diverse associazioni/comitati di borgata esistenti”.
Giovanni Battista De Rosa (noto Nanni) candidato nei Riformatori Sardi per Mario Conoci sindaco