ALGHERO – Alcuni diranno che accadeva pure in passato. E’ vero. Anche diversi anni fa poteva succedere che qualcuno si affacciasse dalle finestre della principale palazzina su “Piazza del Teatro” per gettare qualche secchio d’acqua per placare il vociare delle persone e il chiasso. Ma, come al solito, in particolare su questo tempo, bisogna fare chiarezza: Alghero non è più quella di un tempo. Nello specifico, il “Centro storico” 10/15 anni fa, per non parlare di 25/30, era il fulcro dell cosi detta “Movida”. Nelle ore serali e notturne una miriade di persone, compresa una nutrita pletora di turisti, riempiva locali e bar della parte vecchia della Riviera del Corallo. Musica con dj e perfino live band (quelle vere con batteria e non in acustico) che proponevano un’offerta unica (di generi pure e perfino invidiata in tutta la Sardegna. Tanto è vero che, anche per essere stata la culla della nightlife con le storiche discoteche “La Siesta”, “Blue Moon”, “Fuego”, “Manpea” e tante altre, Alghero era il punto di rifermento della movida regionale.
Poi un drastico arretramento. Per entrare nello specifico del caso in esame, si è passati da un’assalto delle viuzze dell’Alguer Vella ad un luogo non cosi frequentato come prima (con i problemi pure tragici che ne derivano, come appreso nei mesi passati) che prende vita solo un paio di mesi grazie ai ristoranti e qualche locale presente e a diverse attività, molte delle quali hanno poco a che fare con Alghero e la sua storia. Ma, a parte questo, arrivare ad innaffiare dalle finestre le persone che oramai, molte meno rispetto ad anni fa, siedono in maniera molto educata, nei tavolini di locali, tra cui la birreria “Il tocco del prete”, è il simbolo dell’intolleranza che si è raggiunta oggi rispetto non solo a quel che resta della cosi detta “movida” ma pure verso qualsiasi presenza oltre le ore di cena. Una “nouvelle vague”, sempre più diffusa, che riguarda tutto il territorio, non solo il centro, volta a serrare tutto subito dopo il pasto serale che non può che preoccupare.
“Ieri notte (era l’una, quindi un orario normale per essere il 14 agosto) ennesima difficoltà a portare avanti il lavoro. Sta annaffiando la piazza dice! Fa niente se arrivano gli schizzi addosso ai clienti, non sta infrangendo la legge. Gentilmente gli chiedo di smettere e mi ritrovo per l’ennesima volta ad essere insultata e I miei clienti quasi aggrediti oltre che bagnati. È estenuante. Con tutta la pazienza e la buona volontà di questo mondo non si può lavorare in questo modo”, cosi Silvia Piccioni titolare della birreria che, da qualche tempo, da lustro a quella parte del centro storico anche con attività artistiche e culturali.
Questo è un piccolo grande esempio di quella che è divenuta, negli ultimi anni, Alghero. Per capirci basta riportare l’esempio di un borgo di pochissime anime. Non c’è bisogno di arrivare fino a Golfo Aranci, ma perfino Buggerru ha oramai compreso che bisogna aprirsi ai vari settori del turismo, notturno compreso. Negli scorsi giorni il Comune ha organizzato nella piazza centrale una serata con dj di fama nazionale tra cui il noto Mario Più (che tra l’altro è venuto, ovviamente da turista, a passare qualche ora ad Alghero nel weekend). Fino a qui, niente di nuovo, ma per decisione dell’amministrazione la musica (a volume sostenuto, come deve essere) è stata spenta alle 5.00 del mattino. Molte le telefonate delle persone, adulti annoiati e anziani, che si sono lamentati, ma quella è stata una scelta chiara e netta del Comune costiero: vogliamo anche il turismo dei più giovani e pure il notturno. Tutto ciò oltre ad aver creato una delle sagre del riccio di mare (il famoso bogamarì) in Sardegna. Alghero, certo, non è Bugerru e fa numeri molto più alti e considerevoli, ma si sta perdendo una grossa fetta di turisti e pure di indigeni che migrano in altre località. Come direbbe Totò, “chi si ferma, è perduto”.
Nella foto l’acqua dalla finestra verso piazza del teatro
S.I.