CAGLIARI – È un grande momento per lo sport in Sardegna. Il Cagliari di Rolando Maran dopo sette partite del campionato di Serie A 2019/2020 si ritrova al settimo posto della classifica, a pari merito con la Lazio sesta e con la Fiorentina ottava, e ad appena due punti dalla quarta posizione del Napoli. Un avvio straordinario per la società del presidente Giulini che fin dal mercato estivo non ha nascosto le proprie ambizioni e che punta dritto all’Europa.
Le prime avvisaglie che questa non sarebbe stata una stagione come le altre per i rossoblu, sono arrivate dal calciomercato. Le cessioni di Barella all’Inter per 25 milioni di euro più bonus, di Romagna al Sassuolo, di Farias al Lecce e di Bradaric all’Hajduk Spalato, insieme alla fine dei contratti con Padoin, Srna e Thereau, hanno fornito al ds Massimo Carli le risorse per arrivare a Olsen, Simeone, Cacciatore, Pellegrini, Nandez, Rog e Nainggolan, già oggi pilastri di questo spettacolare avvio di campionato.
Escluse le prime due gare, chiuse con le sconfitte con Brescia e Inter, entrambe con calci di rigore subiti, il Cagliari ha sempre fatto punti nelle altre cinque, vincendo con Parma (3 a 1), Genoa (3 a 1) e Napoli (1 a 0) e pareggiando per 1 a 1 con Verona e Roma. Il tutto con 10 reti segnate (media di 1.43 a partita) e appena 7 subite. Numeri ben diversi da quelli della scorsa stagione, in cui a questo punto del campionato i gol fatti erano 4 e quelli subiti ben 9. Fin qui i sardi sono stati la squadra più concreta del campionato: a fronte di 51 tiri verso i portieri avversari (solo il Brescia ne ha effettuati di meno), sono andati a segno ben 10 volte, conquistando 11 dei 21 punti disponibili.
Numeri importanti che spostano l’asticella degli obiettivi verso l’alto con i sardi che potrebbero non accontentarsi più di una salvezza tranquilla ma che sembrano pronti a una rincorsa all’Europa da seguire anche attraverso i consigli degli esperti che al momento indicano la squadra di Maran come una delle dieci più forti del campionato.
Due i dati che convincono di più gli analisti: la migliorata prolificità offensiva e la ritrovata forma di tre giocatori che sembravano ormai persi ad alto livello: Patrick Olsen, Giovanni Simeone e Joao Pedro.
I miglioramenti nei dati relativi ai gol segnati sono coincisi con il cambio di atteggiamento tattico dei sardi. A Maran il merito di aver capito che passare soltanto da Pavoletti come punto di riferimento avanzato di ogni giocata offensiva sarebbe stato limitante. Così, out l’ariete azzurro per infortunio, è arrivato un “nuovo” gioco che prevede molte più azioni manovrate, scambi di posizione più frequenti fra gli attaccanti e una partecipazione maggiore dei centrocampisti alla costruzione delle trame d’attacco. Un’impostazione in cui si sono trovati a meraviglia il rinato Cigarini e il nuovo arrivato Nandez, tra i migliori interni della Serie A nelle prime sette partite.
Tornando ai singoli, come detto in precedenza, spiccano le prestazioni di Olsen, Simeone e Joao Pedro. Il primo, dopo aver chiuso male la propria esperienza alla Roma, è arrivato in Sardegna col ruolo designato di riserva di Cragno. L’infortunio del portiere azzurro, però, gli ha aperto le porte dei titolari e lo svedese non ha tradito: con 25 parate è uno dei migliori estremi difensori del campionato e si è tenuto fin qui al riparo dagli errori di concentrazione che avevano caratterizzato la scorsa stagione. Parabola simile per Simeone. Doveva essere la riserva di Pavoletti ma il lungo stop dell’attaccante livornese l’ha proiettato nell’undici iniziale. E il figlio del Cholo ha risposto presente con due gol in sei partite.
Joao Pedro è semplicemente il migliore cagliaritano per media voto, nonché il capocannoniere della squadra con tre gol. Messi finalmente da parte i guai fisici e i problemi extra campo, il brasiliano ha finalmente trovato quella continuità necessaria per mettere in mostra il suo cristallino talento.