CAGLIARI – Il popolo italiano è da sempre conosciuto per la sua capacità di sapersi divertire in ogni occasione e con ogni tipo di passatempo: balli, feste, tornei, giochi, parate. Nonostante l’avvento di Internet stia modificando sostanzialmente le abitudini dei giocatori, che si stanno via via spostando verso l’intrattenimento online e su dispositivi mobili, alcune tipologie di gioco sembrano resistere ancora al trascorrere del tempo e all’innovazione tecnologica. È questo il caso dei giochi da tavolo e di carte, che rappresentano una delle pietre miliari della storia del gioco in Italia e nel mondo.
I motivi di un simile successo sembrano risiedere innanzitutto nella capacità di questa tipologia di gioco di mettere alla prova mente e spirito pur senza trascurare il lato relativo alla socializzazione. Con i giochi da tavolo e di carte si affina l’intelletto, ci si arrovella sulle strategie migliori per vincere, si sviluppa lo spirito di squadra; nel gioco non esistono nemici da sconfiggere, ma solo sana competizione. È proprio in questi aspetti che risiede probabilmente il successo dei giochi da tavolo e di carte, ancora così amati e in voga. Qual è la posizione della Sardegna al riguardo? I giochi da tavolo e di carte hanno davvero un ruolo così fondamentale nell’isola?
I giochi di carte più antichi: la Mariglia e il Truco
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I giochi da tavolo e di carte hanno sempre ricoperto un ruolo fondamentale in Sardegna, come si evince dalla lunga tradizione di alcuni dei giochi più praticati nell’isola. Tra questi, uno dei più noti è sicuramente la cosiddetta Mariglia, un gioco di carte di origine spagnola conosciuto anche con il nome di bridge sardo. Come riportato in un approfondimento di Io Games, la Mariglia è un gioco per due coppie di giocatori il cui scopo è quello di raggiungere il punteggio stabilito con il mazziere all’inizio del gioco, punteggio che può variare da un minimo di 45 ad un massimo di 71. Come nella maggior parte di giochi di carte, anche nella Mariglia ogni carta ha un valore ben preciso: l’asso ha valore quattro, le carte dal due al sei hanno valore zero, il sette ha valore cinque, il re ha valore tre, il fante due e la donna uno. Si tratta, in sostanza, di un gioco per certi versi molto simile al blackjack: come descritto sulla piattaforma di gioco Betway Casinò, infatti, anche quest’ultimo non è altro che un gioco di comparazione il cui scopo è quello di avvicinarsi al 21 senza superarlo. Anche in questo caso, quindi, lo scopo del gioco consiste nel raggiungere un punteggio ben preciso per vincere. A basarsi sulla capacità di bluffare è invece il gioco del Truco, un gioco di carte praticato ancora solo a Paulilatino, in provincia di Oristano. Nato in Sud America, il gioco del Truco sarebbe poi stato portato in Sardegna negli anni ’20 del Novecento grazie a Serafino e Cosimo Cossu e Serafino Trogu. I tre, dopo un periodo trascorso in Argentina, dove si erano trasferiti alla ricerca di migliori condizioni lavorative, avrebbero contribuito alla diffusione del gioco del Truco in Sardegna, a Paulilatino in particolare. Il gioco sarebbe basato sulla capacità di bluffare e avrebbe persino dei codici non verbali associati al valore di ogni carta: mordersi il labbro inferiore, ad esempio, equivale al tre, l’occhiolino equivale all’asso di bastoni, le sopracciglia in alto all’asso di picche, e così via per tutti i valori.
I giochi da tavolo pensati per la Sardegna
Oltre ai giochi di carte, anche i giochi da tavolo continuano a riscuotere un grande successo in Sardegna, tanto che il 22 settembre dello scorso anno è stato organizzato per la prima volta un festival in loro onore, il Montiferru Play. Il festival sarebbe nato da un’idea di Simone Riggio, il creatore di Tancas, gioco da tavolo lanciato per la prima volta proprio in occasione del festival dello scorso anno. Dedicato alle bellezze dell’isola e adatto ad un massimo di sei giocatori, Tancas è un gioco pensato per essere semplice e divertente, l’ideale per una serata in famiglia o con amici. Come spiegato sul sito di Demoelà, la cooperativa sardo-genovese che si è occupata della produzione del gioco insieme a Riggio, Tancas è un gioco molto simile al Monopoli, ma ambientato nei luoghi più suggestivi dell’isola. Il giusto connubio, dunque, tra scoperta e divertimento. L’attenzione dedicata ai giochi da tavolo, tra l’altro, non sembra essersi esaurita con la prima edizione del Montiferru Play, di cui ne è stata appunto organizzata una seconda edizione a settembre di quest’anno. Anche in quest’occasione Simone Riggio avrebbe lanciato un nuovo gioco, Spuntino, dedicato alla sua isola e incentrato sul tema del cibo sardo. Spuntino sarebbe basato su 110 carte illustrate e un racconto inedito scritto da Alessandra Ghiani: una coppia di amici viene invitata in Sardegna per partecipare ad un concerto e si ritrova ad essere la protagonista di una serie di fantastiche avventure grazie alle quali finisce per rendersi conto di quanto il popolo sardo possa essere ospitale.
Giochi da tavolo, giochi di carte, tradizione: la Sardegna è una di quelle terre in cui il passato sembra essere sempre attuale. Nonostante Internet stia ormai finendo per trasferire tutto il divertimento in rete, esistono ancora luoghi, come il Montiferru Play Festival, in cui il divertimento è ancora dato dal piacere di passare qualche ora tutti intorno a un tavolo o davanti a un gioco di carte, ricordando il piacere dato da un po’ di sana competizione.